18 agosto 2025
Aggiornato 13:30
Cronaca

Sordomuti bielorussi sfruttati per vendere gadget: 7 condanne

Tutte nei confronti di russi, da parte del Tribunale di Firenze. Prescritti i reati di sequestro di persona e associazione per delinquere

ROMA - Sfruttavano 200 sordomuti bielorussi, rapinandoli del denaro che ricavavano vendendo 'peluche' ed altri gadget ai clienti dei ristoranti o sulle spiagge di Toscana, Emilia-Romagna, Liguria e Lombardia. Con questa accusa sette russi sono stati condannati dal Tribunale di Firenze a otto anni di reclusione per il reato di rapina. Prescritti i reati di sequestro di persona e associazione per delinquere.

L'indagine denominata «Brelok» (peluche) e coordinata dal sostituto procuratore Paolo Canessa della Dda di Firenze, risale al luglio 1999, quando i militari del reparto operativo del comando provinciale carabinieri di Prato, dopo aver raccolto inizialmente alcune confidenze e successivamente delle denunce formalizzate da alcuni sordomuti bielorussi sfruttati, scoprirono molti di loro che, dislocati in alcune regioni del centro-nord, erano costretti a vendere gadget (accendini, piccoli peluche, spille) ai clienti di ristoranti o lungo gli stabilimenti balneari situati sulla costa tirrenica e adriatica, per una quota oscillante tra le 5.000 e le 3.000 lire al pezzo, visto che all'epoca c'era ancora la lira.

I ragazzi, tutti audiolesi, venivano reclutati in Russia dove un gruppo criminale moscovita con la promessa di un'attività lavorativa di tipo propagandistico ed il miraggio di lauti guadagni: dopo un viaggio estenuante in treno o in auto venivano smistati in alcune città del Centro-Nord d'inverno e nelle località marittime d'estate. Ai ragazzi veniva garantito il vitto e l'alloggio, ma gran parte del ricavato finiva nelle tasche dei loro aguzzini, ferrei nell'applicare quelle che venivano considerate le regole di un'organizzazione criminale senza scrupoli.

Nell'agosto del 2000, nel porto di Livorno, i carabinieri del reparto operativo di Prato coadiuvati da quelli di Livorno, grazie agli elementi raccolti, hanno sorpreso il gruppo di cittadini di nazionalità russa ritenuti responsabili del 'racket', mentre scendevano dalla nave traghetto provenienti dai vari campeggi della Sardegna dove erano stati proprio a riscuotere l'ingiusto profitto, traendoli in arresto. Ieri pomeriggio, dopo una lunga fase processuale, il Tribunale di Firenze ha condannato Boris Saratovkine, 49 anni; Adranik Grigorian, 37 anni; Roman Zekeev, 41 anni; Eduard Khaladjan, 48 anni; Vladzimir Kasmachou, 37 anni; Serguei Olifir, 35 anni e Oleg Graz, 41 anni. Dovranno anche pagare 3.000 euro di multa ciascuno e a pena espiata verranno espulsi dall'Italia.