24 aprile 2024
Aggiornato 18:00
Caso Ruby

Berlusconi resiste: se lascio è un danno per l'Italia

Duro botta e risposta fra il Pdl e gli esponenti finiani. La Lega minaccia: «Governo tecnico? Sarà rivolta». Indolfi sentito come testimone dalla Boccassini

ROMA - Altro che weekend di ponte, il 'caso Ruby' ha agitato le acque della politica lungo tutti i giorni di festa: Silvio Berlusconi resiste, mentre è botta e risposta sul futuro del governo fra i capigruppo Pdl e quelli di Futuro e Libertà Non è il momento di lasciare la guida del governo perchè «una mia defezione procurerebbe danni seri al centrodestra e a tutta l'Italia» ha detto il premier davanti all'opposizione che gli chiede, ogni giorno di più, di andare a casa, e davanti al presidente della Camera Gianfranco Fini per il quale, se davvero risultasse vera la storia dell'intervento sulla questura per liberare la giovane «Ruby», al premier non resterebbe che fare un passo indietro.
Avanti, allora. Con «l'alleato solido e leale» che per il Cavaliere è Bossi e magari anche con un ritorno alla base dell'Udc.

Intanto un ultimatum è giunto dai capigruppi del Pdl: Gianfranco Fini deve confermare l'appoggio al governo dopo le sue ultime dichiarazioni, oppure «prendersi la responsabilità di una crisi». A stretto giro la risposta dei capigruppo di Futuro e Libertà: Fli «ha sempre detto con chiarezza che non intende staccare la spina al governo», la cui azione però «è da rilanciare fortemente».

In caso di governo tecnico sarà rivolta. La Lega Nord boccia l'ipotesi, adombrata dopo le parole di Gianfranco Fini sul caso Ruby, di un esecutivo di responsabilità. E, scatenando l'indignazione dell'opposizione, si dice pronta a guidare la «rivolta popolare» contro quello che considera un golpe. Di voto Roberto Calderoli non ci sta neppure a discuterne. Anzi, contrattacca. «Macché Governo tecnico, macché Lega interessata ad un Governo tecnico! Io sono preoccupato che qui, profittando delle vicende personali di Berlusconi, sia in atto un colpo di Stato, ma sarebbe il golpe dei fighetta, di quelli che frignano e che non hanno voce e voti. Ma se c'é colpo di stato la rivolta del popolo è legittima». Carmelo Briguglio, parlamentare di Fli, commenta le parole del ministro alle semplificazione: «Il caso Calderoli come il caso Ruby sono segni di inadeguatezza di chi è chiamato a governare l'Italia e a rappresentarla nel mondo. Calderoli dovrebbe essere più prudente e avere maggiore senso dello Stato», ha detto il deputato finiano ricordando quando il ministro indossò la maglietta anti-islamica. «Con il grave gesto della maglietta anti-islamica, provocò l'assalto del consolato italiano di Bengasi con 11 morti e 25 feriti». E ha aggiunto: «Calderoli dovrebbe essere più prudente e avere maggiore senso dello Stato. Prudente come deve essere un ministro della Repubblica che ha giurato sulla Costituzione e che quindi non può violarla evocando rivolte di piazza anche in Italia».

Sul fronte giudiziario, la procura di Milano indaga su quanto avvenne quella notte del 27 maggio in Questura, e sulla presunta telefonata del premier che avrebbe affermato, secondo la stampa, che la giovane Ruby era nipote del presidente egiziano Mubarak per farla rilasciare in «affidamento» alla consigliera regionale Nicole Minetti. E intanto emerge la notizia che il nome di Karima sarebbe stato già presente in una inchiesta per prostituzione nel 2009.