25 aprile 2024
Aggiornato 09:00
Inchiesta G8

Maggioranza salva Lunardi, ma 10 finiani non votano

Atti tornano al Tribunale di Perugia, ferme le indagini

ROMA - La maggioranza di Pdl, Lega e Fli si compatta in Aula alla Camera per salvare l'ex ministro delle Infrastrutture e Trasporti Pietro Lunardi, indagato per corruzione insieme all'arcivescovo di Napoli Crescenzio Sepe con l'accusa di aver acquistato nel 2004 ad un prezzo di favore da Propaganda Fide un intero palazzo di cinque piani in via dei Prefetti a Roma in cambio del finanziamento pubblico di 2 milioni e mezzo di euro per la ristrutturazione di un immobile di proprietà del dicastero Vaticano a Piazza di Spagna: con 292 voti favorevoli, infatti, è stato dato il via libera alla restituzione al Tribunale umbro degli atti che accusano il deputato del Pdl.

Non si sono distinti questa volta dal resto della maggioranza gli uomini del presidente della Camera come era accaduto in altre occasioni - il sì all'autorizzazione all'uso delle intercettazioni di Cosentino e l'astensione sulla mozione di sfiducia al sottosegretario alla Giustizia Caliendo - anche se in dieci non partecipano al voto: Claudio Barbaro, Giorgio Conte, Benedetto Della Vedova, Francesco Divella, Fabio Granata, Carmine Patarino, Flavia Perina, Alessandro Ruben, Maria Grazia Siliquini, Mirko Tremaglia.

(segue)