29 marzo 2024
Aggiornato 08:30
Sarah Scazzi

Dal telefonino speranze per nuovi elementi

Le perizie sul cellulare potrebbe dara la svolta alle indagini

TARANTO - Ruota tutto attorno al telefonino di Sarah una parte importante dell'inchiesta sulla morte della giovane studentessa tarantina scomparsa di casa il 26 agosto scorso e ritrovata, cinque giorni fa, morta nelle campagne ai confini con la provincia di Lecce. L'unica cosa certa è che il telefonino è rimasto in possesso o nella disponibilità di Michele Misseri per trentaquattro giorni.
All'inizio si era pensato che la sim fosse stata asportata dall'apparecchio. Successivamente, invece, gli inquirenti hanno confermato che all'atto del ritrovamento del telefono la scheda telefonica era inserita al suo posto.

Ma un altro dubbio arriva ora dagli atti dell'inchiesta. I giorni successivi alla scomparsa tutti hanno descritto Sara come una ragazza che amava la vita e, soprattutto, a cui piaceva ascoltare continuamente la musica, tanto da avere caricato sul suo cellulare centinaia di canzoni in formato mp3. Per ascoltarle, Sarah usava una cuffia, così come confermato dalla madre anche il giorno della scomparsa. «Prima di uscire di casa aveva le cuffiette nell'orecchio», aveva detto la madre. Ma della cuffia del telefono di Sarah nelle testimonianze di Michele Misseri, nella cantina della sua abitazione, nella Seat Marbella usata per trasportare il cadavere di Sarah, nel casolare davanti cui si è consumata la violenza e nei luoghi dove sono stati bruciati i vestiti e il cellulare e vicino al pozzo dove è stato ritrovato il cadavere, delle cuffiette non c'è nessuna traccia. Che fine hanno fatto? E' un altro interrogativo che la Procura dovrà dissipare.