28 marzo 2024
Aggiornato 14:30
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Fini riunisce vertici dopo i gruppi:L.elettorale da cambiare

Riunione ristretta: No ribaltoni, ma se c'è crisi è variabile

ROMA, 5 ott  - La formula finale, 'movimento d'opinione organizzato', racconta di una mediazione fra due anime che convivono ma continuano a non amarsi, che seguono Gianfranco Fini nel percorso che porterà alla nascita del partito FLI, ma che intanto si distinguono. Le parole più chiare, in realtà, le ha pronunciate lo stesso Fini, ricordando a tutti che "non si può restare in mezzo al guado". Insomma, il partito si farà, con buona pace dei falchi che spingono per bruciare le tappe e delle colombe che invitano a tenere il freno a mano tirato.

Il partito si farà perché, come ha spiegato Fini, nessuno può prevedere il futuro. Ragion per cui l'auspicio è che il governo prosegua nel suo impegno, ma "potrebbero esserci sorprese" e "bisogna tenersi pronti" anche alle elezioni. Fini, subito dopo aver incontrato i 49 parlamentari, è rimasto riunito nella sede di Fare Futuro con gli otto (Menia, Moffa, Viespoli, Briguglio, Bocchino, Granata, Urso e Della Vedova) che rappresentano l'ufficio di coordinamento del nascente soggetto politico, anche se sulla carta non è stato stabilito un organigramma. Anche lì è tornato ad affrontare il problema degli scenari futuri, mettendo in chiaro un paio di elementi accennati nel corso dell'incontro con i gruppi: Non inseguiamo scenari ribaltonistici, ma esiste la variabile della legge elettorale che assumerà un suo peso in caso di crisi e che non possiamo eludere, dobbiamo assumere una posizione e io come ho già detto in più occasioni penso che cambiare la legge elettorale sia necessario.

(Segue)