Digos cerca ancora riscontri a racconto di caposcorta
Da quanto trapela, al momento non sarebbero ancora stati trovati
Milano, 4 ott - "Stiamo lavorando". Circa 85 ore dopo la tentata aggressione al direttore di "Libero", Maurizio Belpietro, la risposta degli investigatori della Digos risuona uguale anche oggi nei corridoi della Questura di Milano.
Ma non è solo una frase di circostanza. Per trovare i "riscontri oggettivi" la Digos deve infatti finire di ascoltare i testimoni, di analizzare i filmati delle tante telecamere di sicurezza che costellano il centro di Milano, di studiare il traffico telefonico, di capire insieme con i colleghi della Scientifica la presenza di eventuali impronte. Un lavoro non da poco, che va svolto con pazienza e perizia, soprattutto se deve "certificare" la versione di un collega che molti in via Fatebenefratelli conoscono e che da quasi due decenni è impegnato nel delicatissimo compito di sorvegliare un possibile bersaglio.
Da quanto trapela, al momento gli "elementi oggettivi" che confermerebbero il racconto dell'assistente di polizia, Alessandro M., non sarebbero stati trovati.