28 marzo 2024
Aggiornato 12:00
Tensioni nella Maggioranza

Maroni: è rinata AN. Riunione con il premier e Bossi

Il Ministro leghista non è ottimista per il futuro: «Il partito di Fini è meridionalista. Se si va a voto pronti in 2 giorni»

TORINO - «Domani sera (questa sera per chi legge, ndr) vedremo Berlusconi e faremo le valutazioni. Sarà una riunione tra alleati, ci sarà Bossi e anche altri. Vedremo cosa fare. Mi pare però che una cosa certa ed evidente è che è rinata Alleanza nazionale. E' nato un vecchio partito con una forte caratterizzazione meridionalista». Così il ministro dell'interno Roberto Maroni ha tirato le somme ieri sera alla Festa nazionale della Lega nord a Torino dopo il discorso di Gianfranco Fini a Mirabello. Non c'era ottimismo nei toni del ministro. «Bossi l'ho sentito - ha detto serio al termine della serata - lui è molto pessimista, molto negativo. E di solito ci azzecca».

«Qualcuno ha detto - ha aggiunto Maroni - che con questo discorso Fini ha passato il cerino nelle mani di Berlusconi. Di solito quando uno ha il cerino in mano può scottarsi, ma è anche padrone del gioco. E questa è la parte positiva della faccenda».
Lo scoglio più grande che separa Fini dalla Lega, Maroni l'ha spiegato appena arrivato alla Festa. La «rinata Alleanza nazionale - ha detto a caldo interpellato dai cronisti - si vuole porre come partito che assicura gli interessi del Sud più che quelli della Padania. Un partito che mi pare orientato a riposizionarsi più sulle regioni meridionali e a difendere le ragioni del meridionalismo, Fini lo ha esplicitamente detto citando il federalismo». E questo, ha precisato il ministro, «e' un dato di fatto». Ma non è tutto.

«Fini - ha spigato ancora Maroni - ha detto che non pensa di fare ribaltoni e ribaltini, però ha anche posto questioni piuttosto complicate, cioè la rinegoziazione del patto della maggioranza. Tutte questioni che sono adesso nelle mani del presidente del Consiglio, per capire se si potrà dare seguito all'azione di governo e arrivare a fine legislatura. Questo è il punto interrogativo».

«Altro che Padania non esiste, oggi il Nord ha portato la Lega a Roma» ha tuonato il presidente della Regione Piemonte Roberto Cota dal palco. «La Lega sta riuscendo a far diventare il paese federale» ha proseguito Renzo Bossi parlando alla platea. «Oggi il tema centrale è il rapporto tra Nord e Sud - ha riassunto Maroni - le regioni che fanno da locomotiva per tutti e quelle che non lo fanno, sono due velocità». E a chi dice che i leghisti sono «razzisti», Maroni risponde che «il federalismo, la riorganizzazione dello Stato che tenga conto di esigenze diverse non è egoismo, ma un sacrosanto diritto da sempre negato». E contro la mafia, ha aggiunto Maroni, «nessun governo ha fatto più di noi, e ci voleva un ministro leghista per farlo».
«Chiediamo solo che il federalismo sia approvato fino in fondo - ha concluso il ministro - siamo vicini all'obiettivo credo, non escludo che questi movimenti tellurici siano dovuti al fatto che hanno paura che ci siamo vicini e per questo noi stiamo in campana».

In conclusione, ha spiegato Maroni, «Fini ha detto cose che mi fanno essere molto, ma molto preoccupato». «Ma non voglio dare giudizi - ha frenato - deciderà il presidente del Consiglio». Anche se, ha spiegato alla platea leghista, «la questione è molto semplice: se hai vinto le elezioni devi governare, se no si va al voto». «E noi al Ministero degli interni - ha annunciato come già aveva fatto a Cameri una settimana fa -siamo aperti 24 ore su 24. Noi siamo sempre pronti, in due giorni organizziamo le elezioni. Non c'è problema, né di soldi o di procedure, siamo sempre pronti».