27 aprile 2024
Aggiornato 02:30
Il discorso di Mirabello

Il Pdl attacca Fini: no a logoramento

Berlusconi non commenta le parole del Presidente della Camera. Bersani: «Ora cambiare la legge elettorale»

ROMA - No al logoramento 'futurista' in Parlamento, piuttosto il voto. Il Pdl contrattacca dopo l'intervento di Gianfranco Fini a Mirabello e se Berlusconi non commenta è chiaro il disappunto verso l'ex compagno di partito, per il quale, quel partito, «non esiste più».

Il Premier non commenta - Silvio Berlusconi, fa sapere Paolo Bonaiuti, non commenta il discorso di Mirabello. Ma nelle dichiarazioni dei dirigenti del partito la linea è chiara: «Mi auguro che sui cinque punti ci sia una linea positiva di impegno e di appoggio in Parlamento e non una tattica di logoramento», dice il capogruppo alla Camera Fabrizio Cicchitto. Mentre Gasparri critica Fini per non aver dato diverse risposte dopo aver richiamato «un codice etico», e il riferimento è alla vicenda della casa di Montecarlo, tasto su cui batte anche il direttore del Giornale, Vittorio Feltri, che da tempo conduce una campagna su questo: «Quello di Gianfranco Fini è stato un discorso con cose vere ma dove non ha detto la verità, pieno di buchi e vuoti memoria» e ora «faremo altri 40 titoli» perché infame quello che dice Fini, che reclama il dissenso ma poi ci critica e non risponde alle contestazioni documentate che gli abbiamo mosso. Il dissenso va elaborato nel partito, non nelle piazze».

Fini, dice Ignazio La Russa, vuole lasciare Berlusconi con il cerino in mano, non prendersi la responsabilità di una rottura ma sul patto di legislatura da lui invocato, lasciando aperta l'azione di Futuro e libertà «dobbiamo vedere come andranno le cose in Parlamento: a partire dai cinque punti e su tutte le altre leggi. E se e quando non ci sarà più la maggioranza chiederemo il voto. Certo - conclude - non sono i colonnelli che hanno cambiato il generale, ma il generale che ha cambiato la bandiera». Amaro anche il commento di Altero Matteoli, ex 'colonnello' di An, oggi ministro e fedele a Berlusconi: «Non mi pare che l'intervento di Mirabello abbia contribuito a chiarire la situazione politica, destinata ad essere chiarita solo dopo i previsti passaggi parlamentari che contano più di ogni altra manifestazione».

Il discorso di Mirabello apre comunque scenari nuovi, e su questo l'opposizione incalzerà il centrodestra. Fini, dice Pier Luigi Bersani, «certifica la crisi del centrodestra», «maggioranza e Governo non ci sono più», sottolinea Rosi Bindi. E se è positiva la disponibilità a cambiare la legge elettorale, tema su cui i democratici sono pronti a collaborare con Fli, rischiosa, sottolinea il segretario, è la politica del cerino in mano, «brucia le soluzioni ai problemi del Paese». Anche Antonio Di Pietro, leader Idv, invita Fini a essere «coerente» e fare una scelta, «opposizione o Governo», altrimenti «è complice di Berlusconi». Positivo anche il commento del leader Udc, Pier Ferdinando Casini, che invita ora Silvio Berlusconi a «prendere atto» che una fase si è chiusa ed aprire una «fase di responsabilità», stessa linea di Francesco Rutelli, leader di Api, che con Udc e Fli si è astenuta, a luglio, sulla sfiducia al sottosegretario Caliendo: «Oggi - dice - il nuovo polo è più vicino».