29 marzo 2024
Aggiornato 16:00
La crisi nel centrodestra

Bocchino: allargare la maggioranza. Bocciato da Pd e Pdl

La Lega Nord spinge per le elezioni, freddi gli uomini del Premier

ROMA - I finiani ancor al centro della scena: stavolta è il capogruppo di Futuro e Libertà ad animare la giornata politica ipotizzando una nuova coalizione di centrodestra allargata a Api, Udc e moderati del Pd, idea bocciata da più di un esponente democratico ma anche da tutto il Pdl. La sortita fa passare in secondo piano un segnale di disgelo lanciato da Adolfo Urso, che ha proposto di annullare la riunione dei probiviri del Pdl che dovrebbero completare il processo di espulsione dei finiani. Come dire: se non ci mandate via, il partito finiano potrebbe non nascere.

Il Carroccio preme quotidianamente per la rottura con Fini: intervistato da Repubblica, il governatore veneto Luca Zaia si dice scettico anche sui 5 punti programmatici posti da Berlusconi come condizione per andare avanti e sentenzia: «Il voto anticipato, a novembre o dicembre, a questo punto mi sembra inevitabile». Del resto il Carroccio può contare su sondaggi sempre più incoraggianti, oggi su Repubblica Ilvo Diamanti gli attribuisce un 12% circa di voti. Ma a frenare è innanzitutto il Pdl. Già sulla stampa di stamattina il capogruppo al Senato Maurizio Gasparri diceva di sperare in ulteriori «margini» di trattativa nel centrodestra, ammiccando ai finiani più 'moderati' come Pasquale Viespoli. Poi, è arrivato lo stop del presidente dei deputati Pdl Fabrizio Cicchitto che spiega a Zaia che «non sono praticabili scelte fatte a tavolino. Poi, specie nell'ipotesi delle elezioni, Zaia deve essere consapevole che è decisivo anche il voto del Sud e che nel Sud il ruolo decisivo della coalizione del centrodestra è quello svolto dal Pdl».

Cicchitto è anche il primo a bocciare l'ipotesi di maggioranza lanciata da Bocchino, «una sorta di auto-ribaltone», ironizza. Freddo Francesco Rutelli, chiamato in causa dalla proposta finiana: «Noi siamo all'opposizione e lì rimarremo ma lo faremo con uno spirito di impegno per il bene comune», commenta. Ma anche il democratico Giuseppe Fioroni, sicuramente uno dei 'moderati' del Pd che nelle scorse settimane hanno manifestato più disagio, taglia corto: «Per fortuna che agosto sta finendo, ora le temperature diverranno più miti». Il Pd continua a chiedere che il premier apra la crisi in Parlamento, e la stessa cosa fa Lorenzo Cesa, segretario dell'Udc, anche se il presidente del partito centrista Rocco Buttiglione giudica la proposta «ragionevole».

Scontro Udc-Lega - Ma a tenere banco sono anche le polemiche sempre più aspre fra Udc e leghisti, due forze che secondo Bocchino potrebbero stare insieme nella maggioranza 'allargata' (e per la verità stanno ancora insieme in alcune giunte del Nord). Dopo che Bossi ha dato del «trafficone» al leader centrista Pier Ferdinando Casini, Buttiglione, con uno stile che non gli è affatto abituale, gli ricorda addirittura i suoi precedenti penali legati a Tangentopoli: «Nel pantano della Prima Repubblica di cui parla tanto male - dice ai microfoni del Tg3 - Umberto Bossi ci sguazzava benissimo. Tanto è vero che è stato condannato con sentenza definitiva per aver preso le tangenti Enimont».