3 ottobre 2025
Aggiornato 14:30
Inchiesta «P3»

Il Csm ascolterà Marra lunedì, al vaglio la condotte di altre 5 Toghe

I Magistrati «chiamati in causa» da Lombardi nell'interrogatorio, acquisiti gli atti delle indagini

ROMA - Si allargano le indagini del Csm nei confronti dei magistrati che avrebbero avuto rapporti con la cosiddetta P3. Dopo la decisione di avviare il trasferimento d'ufficio per incompatibilità ambientale a carico del presidente della Corte d'Appello di Milano, Alfonso Marra, che sarà ascoltato lunedì, la Prima Commissione di palazzo dei Marescialli ha iniziato a verificare anche le posizioni del presidente della Corte d'appello di Salerno, Umberto Marconi; del sostituto pg di Milano Gaetano Santamaria Amato; del procuratore aggiunto di Milano Nicola Cerrato; dei capi delle Procure di Nocera Inferiore, Giovanni Francesco Izzo, e di Isernia, Paolo Albano.

I loro nomi emergono dai verbali dell'interrogatorio davanti al gip di Roma di Pasquale Lombardi, uno degli arrestati nell'ambito dell'inchiesta sulla cosiddetta P3: a lui - sostiene - i magistrati citati si sarebbero rivolti per avere un appoggio proprio al Csm nella corsa ai vertici di uffici giudiziari. Interrogatorio del quale i consiglieri dell'organo di autogoverno delle toghe hanno chiesto l'acquisizione. Nessun intervento, invece, è possibile da parte del Csm - si fa notare - a carico di magistrati attualmente fuori ruolo, come nel caso dell'attuale capo degli '007' del ministero della Giustizia, Arcibaldo Miller.

Questa mattina, a palazzo dei Marescialli, si è infine consumato il nuovo atto dell'iter per trasferire Marra, che verrà sentito lunedì prossimo, 26 luglio, alle 11 dalla Prima commissione del Csm. A favore dell'avvio della procedura a suo carico hanno votato la presidente della Commissione Fiorella Pilato (Md), che del caso è relatore, assieme ai consiglieri Mauro Volpi (Unicost), Mario Fresa (Movimenti) e Antonio Patrono (MI).

Il togato di Unicost Giuseppe Maria Berruti, invece, ha preferito non partecipare al voto e assicura che lunedì non sarà presente. Berruti, infatti, è stato uno dei principali avversari della nomina di Marra alla guida dell'ufficio milanese. Infine, il consigliere laico di centrodestra Gianfranco Anedda ha abbandonato l'aula in segno di protesta, ma prima ha fatto mettere a verbale che il suo voto sarebbe stato contrario alla richiesta di trasferimento per incompatibilità ambientale a carico di Marra.

Nel documento proposto dalla presidente Pilato, si sostiene che Marra non può restare a capo dell'ufficio milanese perché, dagli atti dell'inchiesta sulla P3 e da un'intervista rilasciata a Il Fatto, si registrano «comportamenti non colposi» da parte del magistrato ma che «determinano l'impossibilità di svolgere a Milano la giurisdizione in modo imparziale e indipendente».

L'audizione del magistrato sarà dunque l'ultimo atto dell'istruttoria condotta dagli attuali componenti dell'organo di autogoverno delle toghe, i quali poi passeranno il testimone ai successori che si insediano a fine mese. Quasi certamente toccherà infatti al nuovo plenum esprimersi su un eventuale trasferimento d'ufficio di Marra da Milano, perchè i tempi tecnici non consentono di chiudere il 'caso' nei pochi giorni al cambio della guardia. Dopo l'audizione di Marra, la Commissione - è l'ipotesi più ottimistica che circola a Palazzo dei Marescialli - potrebbe però avere a disposizione già tutti gli elementi per decidere di chiudere l'istruttoria, preparandosi così a proporre al plenum il trasferimento d'ufficio: in questo caso viene disposto il deposito degli atti e, da quel momento, il magistrato sott'accusa ha 20 giorni di tempo per prenderne visione e presentare eventuali istanze difensive e contromemorie. Soltanto una volta che si è conclusa questa ulteriore fase - il che nella migliore delle ipotesi succederà in piena pausa estiva dei lavori - la Prima Commissione avanza la proposta che dovrà poi essere discussa e decisa dall'assemblea del Csm. Dunque, da settembre in poi.