19 aprile 2024
Aggiornato 21:00
Il ddl

Intercettazioni, si cambia: pubblicabili quelle rilevanti

Presentato l'emendamento. Esultano i finiani, mentre Cicchitto chiede di arrivare al voto entro agosto. La Bongiorno: «Balzo in avanti»

ROMA - Nell'emendamento del governo si afferma il principio che nel corso delle indagini preliminari l'obbligo del segreto per le intercettazioni cade ogni qualvolta ne sia stata valutata la 'rilevanza': a tal fine viene inserita la previsione secondo cui la documentazione e gli atti relativi alle intercettazioni siano coperti dal segreto fino alla conclusione della cosiddetta 'udienza filtro', finalizzata a selezionare le intercettazioni depositate dal pm e ad escludere quelle relative a fatti, circostanze o persone estranee alle indagini. Tuttavia, la proposta di modifica dell'esecutivo non fissa alcun termine entro il quale debba essere celebrata tale udienza, termine invece richiesto dagli emendamenti del Pd.

UDIENZA FILTRO - La nuova norma inoltre disciplina anche i casi in cui, prima della celebrazione dell'udienza filtro, il giudice e il pm utilizzano le intercettazioni per emettere provvedimenti cautelari o ad esempio decreti di perquisizione: in tali casi, siccome è frequente che tali ordinanze siano fondate proprio sul contenuto delle intercettazioni, saranno proprio il pm e il giudice a dover selezionare quali conversazioni debbano essere trascritte in quanto rilevanti al fine di adottare la misure cautelare. In questa eventualità l'emendamento del governo indica le modalità per la selezione delle intercettazioni rilevanti e stabilisce il divieto di trascrizione delle parti di conversazioni che riguardano fatti, circostanze o persone estranee alle indagini. È previsto inoltre che il giudice e il pm possano disporre con decreto motivato l'obbligo del segreto quando il contenuto delle conversazioni trascritte può ledere la riservatezza delle persone coinvolte.

Infine viene stabilito che, dopo la conclusione delle indagini preliminari, durante l'udienza preliminare e il dibattimento il giudice possa sempre disporre l'esame dei verbali e l'ascolto delle registrazioni custodite nell'archivio riservato e possa acquisire con ordinanza le intercettazioni in precedenza ritenute prive di rilevanza.

LA GIOIA DEI FINIANI - I finiani cantano vittoria per l'emendamento presentato: «Cade così il bavaglio per la stampa - si è affrettata a commentare Annamaria Siliquini - è una vittoria del Parlamento». Mentre il presidente della commissione Giustizia, Giulia Bongiorno, fedelissima di Fini, commenta con soddisfazione: «Credo che questo testo sia un balzo in avanti. Credo che sia innegabile - dichiara ai cronisti - che questo emendamento vada incontro alle istanze che sono state rappresentate dal mondo dell'informazione. Personalmente ho sempre detto che bisognava andare in questa direzione, sicuramente questa opzione mi sembra estremamente positiva. Più che di un passo in avanti mi sembra un balzo in avanti nel testo».

CALIENDO CONTESTATO - Intanto il Pd, per bocca di Donatella Ferranti, giudica «inopportuno» che a seguire l'iter per conto del governo sia Caliendo, dopo il suo coinvolgimento nelle inchieste sulla cosiddetta «P3». L'Italia dei Valori ha invece chiesto al presidente del Senato Renato Schifani di calendarizzare la mozione di sfiducia per il sottosegretario. «Abbiamo chiesto con forza la calendarizzazione di questa mozione, il presidente del Senato Schifani si è riservato di decidere, ci farà sapere - ha spiegato Felice Belisario, presidente dei senatori dell’Idv, al termine della conferenza dei capigruppo di palazzo Madama -. Il sottosegretario non è in condizione di svolgere serenamente il suo lavoro. Tra i suoi compiti specifici c’è la delega a seguire il ddl intercettazioni, io al posto suo avrei già fatto le valigie e abbandonato l’incarico». Ancora poco chiaro, invece, il ruolo che ricoprirà il Pd e il resto dell'opposizione nella mozione: «Noi ci auguriamo che ci sia una convergenza come è accaduto per il caso di Cosentino. L’obiettivo non è spuntarla ma risolvere un problema».