26 aprile 2024
Aggiornato 06:00
Indagini «P3»

Lunedì mattina il Csm ascolterà Marra, disposta sua audizione

La Prima Commissione: «Via da Milano, ha perso credibilità e indipendenza»

ROMA - E' ufficiale: lunedì prossimo, 26 luglio, alle 11 la Prima commissione del Csm sentirà in audizione Alfonso Marra, il presidente della Corte d'Appello di Milano rimasto coinvolto nell'inchiesta sulla cosiddetta P3. Nella seduta di oggi della commissione hanno votato a favore dell'avvio dell'iter per il trasferimento d'ufficio del magistrato la presidente di commissione Fiorella Pilato, i consiglieri Mauro Volpi (Unicost), Mario Fresa (Movimenti) e Antonio Patrono (MI).

Il togato di Unicost Giuseppe Maria Berruti, invece, ha preferito non partecipare al voto e assicura che lunedì non sarà presente. Berruti, infatti, è stato uno dei principali avversari della nomina di Marra. Infine, il consigliere laico di centrodestra Gianfranco Anedda, ha abbandonato l'aula in segno di protesta, ma prima ha fatto mettere a verbale che il suo voto sarebbe stato contrario alla richiesta di trasferimento per incompatibilità ambientale a carico di Marra.

Nel documento proposto dalla presidente Pilato che è relatrice sul 'caso', che è stato quindi approvato con 4 voti a favore e 1 contrario, si ribadisce che Marra non può restare a capo dell'ufficio milanese perché, dagli atti dell'inchiesta sulla cosiddetta P3 e da una intervista rilasciata a 'Il Fatto', si registrano «comportamenti non colposi» da parte del magistrato ma che «determinano l'impossibilità di svolgere a Milano la giurisdizione in modo imparziale e indipendente».

Per la nomina a presidente della Corte d'appello di Milano, secondo l'accusa, Marra avrebbe chiesto e ottenuto «da alcuni personaggi membri della cosiddetta P3 di attivarsi anche presso il Csm». Una volta nominato, stando alla cronaca, queste persone avrebbero chiesto al giudice di «attivarsi a sua volta sul ricorso presentato dal governatore della Lombardia Roberto Formigoni» per l'esclusione della sua lista alle regionali dello scorso marzo. «Il fatto che Marra li abbia messi alla porta significa comunque che ha perso prestigio e ha dimostrato incapacità nel gestire l'attività dell'ufficio sotto il profilo dell'immagine».