29 marzo 2024
Aggiornato 10:30
Gli ultimi tre nel week-end

Carceri, 1.702 morti in 10 anni

Ben 593 si sono suicidati. Gli ultimi casi a Sassari e Caltanissetta

MILANO - Con i tre detenuti che sono morti in cella lo scorso fine settimana, salgono a 104 quelli deceduti dall'inizio dell'anno e a 1.702 negli ultimi 10 anni, 593 dei quali si sono suicidati, di cui 37 nel 2010. Questi gli impressionanti numeri riportati dall'«Osservatorio permanente sulle morti in carcere», composto da Radicali Italiani, dalle redazioni di «Radiocarcere» e «Ristretti Orizzonti» e dalle associazioni «Il detenuto ignoto», «Antigone» e «A buon diritto».

Ieri nella casa circondariale «San Sebastiano» di Sassari, il 53enne Italo Saba si è impiccato con i lacci delle scarpe nella sua cella dove era detenuto da una settimana. Soccorso dagli agenti di custodia, è stato portato in fin di vita all'ospedale, dove è morto circa un'ora dopo. Sempre ieri, ma al «Malaspina» di Caltanissetta, il 65enne Rocco Manfrè si è strozzato stringendosi al collo il laccio in plastica della borsa termica che i detenuti possono tenere in cella. Era stato arrestato due giorni prima indagato per l'omicidio di un uomo ucciso 18 anni fa a Gela.

Sabato scorso nella casa di reclusione «Due Palazzi» di Padova un marocchino di 39 anni, Sabi Tauzi, che stava scontando una pena per droga, detenuto marocchino di 39 anni, è stato ritrovato cadavere nella sua cella dove la temperatura ha toccato i 40 gradi. Il medico legale ha dichiarato che la morte è sopraggiunta per «cause naturali» ma è stata disposta comunque l'autopsia. Prima di Tauzi, quest'anno, nel carcere padovano si erano suicidati già tre detenuti.

Il drammatico fine settimana scorso aveva visto, inoltre, l'evasione, scavalcando un muro di cinta, di due pluripregiudicati dal carcere di Pescarenico di Lecco.

«I 37 suicidi in cella, i 66 tentati suicidi sventati dalla polizia penitenziaria, le 7 evasioni, le 8 tentate evasioni, i 121 agenti feriti per aggressioni da parte dei detenuti registrati nei primi sette mesi del 2010 in qualsiasi Paese del mondo avrebbero generato allarme, attenzione, discussioni e soluzioni - spiega Eugenio Sarno, segretario generale Uil Pa Penitenziari - mentre in Italia chi dovrebbe guidare ed amministrare il sistema penitenziario è in tutt'altre cose indaffarato».