12 ottobre 2025
Aggiornato 10:00
Politica & Giustizia

Intercettazioni, Berlusconi: presto la legge. Il Pd tenta i finiani

Ma Bocchino: «Non abbocchiamo». Il duo Alfano-Bongiorno lavora a sintesi

ROMA - Nel giorno in cui il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, promette in un messaggio ai Promotori della libertà che il ddl intercettazioni sarà «presto» legge, il Pd chiede ai finiani di fare una battaglia comune per «ridurre il danno» votando sette emendamenti di merito presentati dai democratici in commissione Giustizia alla Camera. I deputati vicini al presidente della Camera, Gianfranco Fini, dicono no e, mentre Fabrizio Cicchitto avverte che se il Pdl non vota compatto il gruppo è sciolto, Italo Bocchino assicura che la componente della terza carica dello Stato voterà solo le proposte di modifica firmate da Enrico Costa e Giulia Bongiorno.

Tra i sei emendamenti sottoscritti dal capogruppo del Pdl in Commissione a Montecitorio e i cinque della presidente della Commissione, il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, e la stessa Bongiorno stanno cercando di trovare una sintesi e, assicurano fonti finiane, «c'è tutta la volontà di farlo». Il Pd tuttavia richiama i finiani e, in generale, tutti coloro che hanno rilevato le criticità del provvedimento a votare sette modifiche che, spiega Donatella Ferranti, «raccolgono le preoccupazioni emerse nel corso delle audizioni e le osservazioni dei rappresentanti dei giornalisti e degli editori, della magistratura, dell'avvocatura e delle forze di polizia e dei processual-penalisti».

L'appello rivolto direttamente a Fini «in qualità di leader politico» arriva in mattinata dal presidente dei deputati democratici, Dario Franceschini. «Una volta che il Governo e la maggioranza definiscono una posizione, tutti i parlamentari del gruppo del PdL, previo ulteriore confronto interno, sono tenuti a seguire le indicazioni del partito e del gruppo. In caso diverso dovremmo considerare sciolti il partito e il gruppo», insorge Cicchitto. Ma Bocchino gli replica a stretto giro: «Cicchitto può star tranquillo che il nostro voto favorevole andrà soltanto agli emendamenti del capogruppo Costa e della presidente Bongiorno. Abbiamo la necessaria esperienza politica per non abboccare alle proposte di Franceschini».

Dunque nonostante la diffidenza dei falchi del Pdl in commissione Giustizia, martedì potrebbero arrivare nuove proposte emendative del governo, frutto dell'accordo tra Alfano e Bongiorno. «Se così fosse - fa sapere il deputato Udc Roberto Rao - io chiederò un nuovo termine per i subemendamenti e comunque da martedì al 29 luglio (giorno in cui il ddl dovrebbe approdare in Aula secondo il calendario) abbiamo solo nove giorni 'lordi' per esaminare un provvedimento delicatissimo». Nessuna certezza sui tempi, quindi. Anche perché, a fronte di un Berlusconi deciso a chiudere «presto» e di una opposizione che punta all'affossamento del ddl o allo slittamento dopo la pausa estiva, sta sul crinale la Bongiorno nelle cui mani sta comunque la scansione dei tempi d'esame in Commissione.