Intercettazioni, riparte l'esame alla Camera
Rientrate al Senato le polemiche sul Lodo Alfano, se ne parlerà a settembre
ROMA - Intercettazioni, atto terzo: discussione generale in commissione Giustizia della Camera (da domani a giovedì) e poi emendamenti (entro lunedì sera). E qui potrebbe rovesciarsi il vaso di Pandora e non tanto per le modifiche che potrebbero essere apportate a una legge che il presidente del Consiglio ha prima scaricato poi chiesto di approvare, che il presidente della Camera ha attaccato fin dalla sua approvazione al Senato e che opposizione, giornalisti e magistrati bollano come 'un pasticciaccio brutto'. A scatenare la tempesta potrebbe essere piuttosto il modo e il tono delle modifiche proposte, ma soprattutto la firma in calce agli emendamenti.
Una di queste potrebbe essere addirittura quella della presidente della commissione, Giulia Bongiorno, che ha in mente un paio di modifiche che renderebbero (a suo modo di vedere) «la normativa più organica e migliore», ma che segnerebbero un ulteriore punto di rottura tra finiani e berlusconiani. Condizionale d'obbligo, come quasi sempre: c'è ancora una settimana per lavorare a un'intesa che pare difficile da trovare. Enrico Costa, relatore del ddl a Montecitorio, non ha mai fatto mistero che avrebbe preferito un'approvazione lampo alla Camera senza modifiche rispetto al Senato, ma la serie di audizioni della settimana scorsa e soprattutto le critiche del procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso hanno reso quest'ipotesi una pia illusione, anche perchè, sulla legge in oggetto, si estende l'ombra del Quirinale.
Il presidente della Repubblica, infatti, non ha mai fatto mistero di non gradire particolarmente alcuni punti della legge e di aver raccolto i «preoccupati allarme» dei magistrati, che hanno a più riprese lamentato che l'impianto stessa della riforma «metterebbe in ginocchio il potere investigativo dei pm» e «getterebbe nel caos gli uffici giudiziari». Alla luce di tutto questo, quindi, la legge dovrebbe cambiare, anche se, al momento, nessuna carta è stata scritta: nel novero dei si dice ci sono ipotesi di allungamento della durata delle intercettazioni, di modifiche ai divieti di pubblicazione e di cambiamenti nella normativa che regola le riprese audiovisive nei luoghi pubblici. Poi, alla fine di tutto, il passaggio in Aula, che dovrebbe cominciare il 29 luglio, ma che potrebbe anche, sentendo alcuni deputati, slittare anche a settembre.
Se alla Camera, quindi, i deputati hanno una bella gatta da pelare, i colleghi senatori, alla Camera alta, non se la passano meglio: oltre alla manovra finanziaria in Aula, infatti, hanno in commissione Affari Costituzionali un'altra legge destinata a essere contestata, il lodo Alfano bis. E' della settimana scorsa la polemica per la possibile estensione dello scudo anche ai processi in corso, polemica stroncata solo grazie all'intervento di numerosi esponenti del governo, che di fatto l'hanno smentita. Per quest'estate, quindi, il Senato dovrebbe far basta e rimandare tutto a settembre, almeno per quanto riguarda le leggi sulla giustizia.
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