29 marzo 2024
Aggiornato 11:00
Il caso

Brancher rinuncia al legittimo impedimento

I legali del ministro comunicano la rinuncia al legittimo impedimento: «In aula il 5 luglio». Berlusconi, dal G8, minimizza

HUNTSVILLE - In conferenza stampa al G8 minimizza a «piccola questione nazionale», ma nonostante gli impegni internazionali del vertice di Huntsville, Silvio Berlusconi - tra una bilaterale e una plenaria - ottiene quella che era l'unica soluzione possibile al caso di Aldo Brancher, ovvero la rinuncia ad avvalersi del legittimo impedimento nel processo a suo carico per Antonveneta.

La comunicazione dei legali del neoministro arriva nella tarda serata: «In questo modo s'è deciso di rispondere a tutti coloro che con i loro commenti avevano certamente passato le righe», ha spiegato l'avvocato Pier Maria Corso. Una soluzione arrivata su input del premier, assicurano i suoi fedelissimi, che così prova a chiudere uno scontro istituzionale con il Quirinale difficilmente gestibile. Tanto che anche oggi nella conferenza stampa al termine del G8, il presidente del Consiglio evita accuratamente di rispondere alla nota del Quirinale, ribadendo quanto affermato ieri dal suo portavoce Paolo Bonaiuti: «Nessun commento di nessun tipo».

LE RICHIESTE DELLA LEGA - In questo modo, Berlusconi prova a mettere la parola fine ad una querelle in cui, giurano i suoi, si è ritrovato solo per ottemperare alle richieste della Lega, alleato ritenuto indispensabile. Nonostante oggi il Carroccio abbia preso le distanze dal neoministro, o forse proprio per questo, fonti della maggioranza spiegano infatti che la richiesta della promozione di Brancher è arrivata proprio dal partito di Bossi, anzi, «specificamente dal signor Calderoli». Spalleggiato da un altro ministro di peso, dicono le stesse fonti, quel Giulio Tremonti che trascorre molte delle sue serate romane proprio con Bossi, Calderoli e Brancher.

Tanto che chi ha avuto modo di ascoltare i ragionamenti del premier, fa notare che tutte le deleghe assegnate a Brancher erano di competenza proprio di Umberto Bossi e Roberto Calderoli, e che quest'ultimo ha fatto il nome del ministero e ha scritto la delega, per poi cambiare il nome perchè a Bossi non piaceva: il leader del Carroccio avrebbe preferito che Brancher ottenesse il ministero dell'Agricoltura, cosa impossibile perchè Galan non ha alcuna intenzione di spostarsi. Ma comunque, al di là del ministero, anche Bossi, osservano le stesse fonti, era assolutamente al corrente della promozione di Brancher.

Insomma, sottolineano gli stessi ambienti, Berlusconi non c'entra niente ma ha solo inteso rafforzare il legame con il Carroccio: Abbiamo dovuto dire di sì alle richieste di un alleato fondamentale e indispensabile. Ma è toccato comunque al premier trovare una via d'uscita, affermano le fonti, ottenendo la rinuncia di Brancher al legittimo impedimento.