30 luglio 2025
Aggiornato 22:00
Conto salato per i «furbetti del quartierino»

Scalata Antonveneta, dura condanna per Antonio Fazio: 4 anni

Assolto Frasca, 3 anni a Consorte, 1 anno 8 mesi Fiorani. Le pene sono superiori a quelle chieste dai pm Eugenio Fusco e Gaetano Ruta

MILANO - E' salato il conto che il Tribunale di Milano, seconda sezione penale presidente Gabriella Manfrin lo stesso giudice che di recente aveva assolto le banche estere nel caso Parmalat, presenta ai «furbetti del quartierino» protagonisti nell'estate del 2005 della tentata scalata alla banca Antonveneta in appoggio alla Bpi di Giampiero Fiorani. Le pene sono superiori a quelle chieste dai pm Eugenio Fusco e Gaetano Ruta. A cominciare da quella che tocca all'ex governatore di Bankitalia Antonio Fazio, 4 anni di reclusione, un milione e mezzo di euro di multa, riconosciuto colpevole di aggiotaggio, che ha avuto pure l'interdizione dai pubblici uffici per 5 anni e non potrà avere rapporti con la pubblica amministrazione per 2 anni. Per Fazio la procura aveva sollecitato la condanna a 3 anni.

Giampiero Fiorani è stato condannato a 1 anno e 8 mesi in continuazione con il patteggiamento dei reati diversi dall'aggiotaggio, l'appropriazione indebita e l'associazione per delinquere.

Gli ex vertici di Unipol Giovanni Consorte e Ivano Sacchetti sono stati condannati a 3 anni di reclusione e un milione di euro di multa ciascuno. Il parlamentare del Pdl Luigi Grillo che avrebbe fatto da tramite tra Fazio e Fiorani ha preso 2 anni e 8 mesi, con 850 mila euro di multa. L'immobiliarista Luigi Zunino è stato condannato a 2 anni e 8 mesi. La pena più alta tocca al presunto cassiere di Fiorani Francesco Ghioldi, 6 anni di reclusione per riciclaggio. Assolto invece Francesco Frasca, l'ex capo della vigilanza di Banca d'Italia, e si tratta di una sorpresa fino a un certo punto perchè gli stessi pm il giorno in cui chiesero la condanna (peraltro bassa come pena) a 1 anno e 3 mesi erano apparsi molto dubbiosi sulle sue responsabilità. Unipol per responsabilità oggettiva, non aver predisposto il modello organizzativo adattato a prevenire i reati, secondo i giudici dovrà pagare una multa di 900 mila euro e subire una confisca da 39 milioni e 600 mila euro. Nuova Parva Spa dovrà versare una sanzione pecuniaria di 360 mila euro.

Ghioldi, Fiorani, Consorte, Sacchetti e Zunino dovranno risarcire la banca d'Italia come parte civile. In tutto sono 350 mila euro più altri 50 mila di spese di giudizio. «E' stata fatta giustizia a metà, non c'erano le condizioni per condannare il dottor Fazio mentre siamo soddisfatti per l'assoluzione del dottor Frasca. La condanna del dottor Fazio è sbagliata in sè e anche nella misura decisa dai giudici. Evidentemente hanno pesato le dichiarazioni del dottor Fiorani» è il commento di Roberto Borgogna, l'avvocato dei due imputati che ricorrerà in appello per Fazio.
In effetti, in attesa di leggere le motivazioni, non si può non pensare che la svolta in merito alla posizione di Fazio sia arrivata per i giudici quando lo stesso ex governatore decise di farsi interrogare in aula. Era il 14 gennaio del 2010 e Fazio disse: «Ho sempre agito nel rispetto della legalità mentre Gianpiero Fiorani che cercai di fermare ha rivelato nel tempo un comportamento fraudolento e mendace».

Fiorani a sua volta rese l'esame davanti ai giudici contrattaccando con forza: «Per me è un incubo che torna ogni notte. Fazio, tra fine marzo e inizi aprile del 2005 mi disse che dovevamo fare fallire l'opa di Abn Amro sull'Antonveneta». Fazio avrebbe incoraggiato lo stesso Fiorani a superare la quota del 50%. «Queste cose - disse Fiorani - me le ricordo come un incubo di notte. Vengono fuori tutte le notti da cinque anni e mezzo e ricordo non solo le parole, ma anche le fattezze con le quali le ha dette».

L'accusarsi reciproco tra i due grandi protagonisti della vicenda avrebbe finito per fare il gioco della Procura. E i giudici del Tribunale si sono convinti della validità della tesi accusatoria al punto da aumentare le pene rispetto alle richieste dell'accusa. Solo su Frasca i giudici hanno deciso diversamente assolvendo. Ma erano stati proprio i pm a sottolineare il comportamento dell'ex capo della vigilanza di Banca d'Italia da imputato modello, sempre presente alle udienze, pacato, determinato a difendersi rispettando tutti.