28 marzo 2024
Aggiornato 14:00
Vertice Governo-PdL

Intercettazioni, il Ddl cambia ancora

Sarà rivisto il limite dei 75 giorni. Finiani: «Passi avanti». Berlusconi: «Modifiche solo per il Quirinale»

ROMA - Ufficialmente è solo per tenere conto dei rilievi del Quirinale. Fatto sta che al termine di una giornata di riunioni cambia nuovamente il testo del ddl intercettazioni, con il Pdl che accetta le ulteriori modifiche chieste anche da Gianfranco Fini su norma transitoria e termine dei 75 giorni. Tanto che i parlamentari vicini al presidente della Camera, pur con cautela, riconoscono i «passi avanti» compiuti, anche se vogliono aspettare «il testo definitivo».

Silvio Berlusconi dovrà comunque vedere ancora una volta modificato il testo del ddl, sempre più vicino a quello licenziato dalla Camera e poco gradito al premier. I suoi uomini spiegano gli ulteriori emendamenti in arrivo solo con il pressing di Giorgio Napolitano, che ieri ha pubblicamente chiesto un testo «più accettabile per tutti»: solo per evitare quelle che vengono chiamate «ventilate censure» nei confronti del ddl da parte del Quirinale il premier ha dato l'ok ai nuovi emendamenti. Al contrario, nessun contatto con Fini e i suoi emissari - sostengono dallo staff di Berlusconi - che peraltro non sono stati invitati a nessuna delle riunioni che hanno dato il via libera alle modifiche. Insomma, sia chiaro che non si tratta di un cedimento al co-fondatore.

Versione opposta a quella degli uomini di Fini, che già nel pomeriggio, prima del vertice in Senato, si mostravano fiduciosi sulle modifiche, in particolare sul limite dei 75 giorni alle intercettazioni e sulla norma transitoria. E così, non appena viene reso noto l'esito del vertice di palazzo Madama con il Guardasigilli Angelino Alfano, subito il finiano Italo Bocchino spiega che «sembra che ci siano dei passi in avanti positivi». Ancora più ottimista Andrea Augello: «Oggi la possibilità di migliorare questa legge ci sembra più vicina e a portata di mano». Ma entrambi tengono ancora alta la guardia, in attesa del «testo definitivo».

Bisognerà aspettare però martedì: solo la prossima settimana infatti saranno pronti i nuovi emendamenti, che dovranno passare l'ultimo vaglio dell'Ufficio politico del Pdl, prima di essere portati all'esame dell'Aula di palazzo Madama. Intanto oggi è arrivato il via libera della Consulta Giustizia del Pdl, al termine della quale però si fa capire che oltre le modifiche annunciate oggi non si potrà andare: ora il ddl sia approvato «in tempi brevi con un'ampia condivisione».