Intercettazioni, rush finale in Senato
11 emendamenti presentati venerdì dal relatore Roberto Centaro. Dall'opposizione forse ostruzionismo, non si esclude l'ipotesi della fiducia
ROMA - Comincia oggi pomeriggio alle 16 in Aula al Senato il rush finale per l'approvazione del ddl di riforma delle intercettazioni. Con gli undici emendamenti presentati venerdì dal relatore Roberto Centaro e dal capogruppo Pdl al Senato, Maurizio Gasparri, la maggioranza ha infatti cercato (e sembra esserci riuscita) di evitare l'ipotesi di far uscire un testo da palazzo Madama poi soggetto a una nuova lettura 'turbolenta' alla Camera. Fuori dal Parlamento, però, l'opposizione al ddl resta alta: da giornalisti e magistrati continuano a essere insoddisfatti dalle nuove norme, per la stampa «vero e proprio bavaglio» e per le toghe «una legge assurda che limita eccessivamente le potenzialità investigative di procure e forze dell'ordine».
SANZIONI PIÙ LEGGERE - Proprio per venire incontro alle proteste arrivate dal mondo della stampa, il Pdl ha previsto che, durante le indagini, possano essere pubblicati per riassunto gli atti d'inchiesta, rimandando la pubblicazione delle intercettazioni, ma solo di quelle giudicate rilevanti per il processo, a dopo l'udienza preliminare. Alleggerite inoltre le sanzioni agli editori e le pene per i giornalisti, mentre resta alta la sanzione a carico delle cosiddette «talpe».
Meno bene per quanto riguarda le modifiche invocate dai magistrati: resta l'obbligo di motivazione e il presupposto di indispensabilità delle intercettazioni, il limiti massimo di durata dell'attività di ascolto di 75 giorni, la necessaria autorizzazione da parte di un giudice collegiale e la possibilità per l'imputato di ricusare il pm o il giudice che si sia lasciato scappare una dichiarazione sul processo o sull'indagine in corso. Sparita, infine, la norma transitoria: le nuove regole, dunque, si applicheranno anche alle indagini in corso.
OSTRUZIONISMO DELL'OPPOSIZIONE - Al corpus di norme presentate dalla maggioranza, l'opposizione ha presentato 160 emendamenti, di cui 110 dell'Idv, tuttavia non dovrebbero esserci iniziative clamorose come l'occupazione dell'Aula, bocciata da vari settori del Pd. E' prevedibile, però, il ricorso all'ostruzionismo, che potrebbe spingere governo e maggioranza a ricorrere alla fiducia, anche se al momento l'ipotesi, secondo il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, «non è mai stata ventilata in Cdm».
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