Berlusconi: no a Pm sottoposti a Governo
Il Premier: «E' un falso spauraccchio che viene agitato per impedirci la riforma. Si a due CSM»
ROMA - La riforma della Magistratura che il Governo vuole realizzare è finalizzata a distinguere al massimo funzioni e carriere di giudici e pubblici ministeri ma non intende affatto creare meccanismi di sottoposizione e controllo della pubblica accusa all'esecutivo o al Parlamento.
«Nessuno ha mai pensato di sottoporre i pm al potere politico - afferma il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi nella conversazione con Bruno Vespa nel libro 'Nel segno del Cavaliere' in uscita domani- ed è solo l'ultima delle accuse che ci vengono lanciate per metterci i bastoni nelle ruote».
Berlusconi ribadisce, piuttosto, che la riforma della Magistratura comporterà «sicuramente» anche riforma di norme costituzionali. «Questi cambiamenti presuppongono una riforma della giustizia di tipo costituzionale - afferma il Premier- che porterà a cambiamenti non più rinviabili. Per esempio, non più un solo Csm, ma due distinti organismi, uno per gli «avvocati dell'accusa» e uno per «i giudici» che giudicano. Questo si legherà al fatto che le carriere, e non solo le funzioni, saranno separate. Il risultato dovrà essere tale da porre sullo stesso livello l'avvocato dell'accusa e quello della difesa, mentre oggi non è così e soprattutto si dovrà fare in modo di porre fine all'uso politico della giustizia da parte di una minoranza di toghe politicizzate».
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