Pm: a rischio antimafia e antiterrorismo
Ingroia: «Con questa legge Riina e Provenzano sarebbero liberi». Spataro: «Ddl fa danni»
ROMA - Tornano ad alzare la voce contro il ddl Alfano sulle intercettazioni all'esame del Senato, alcuni fra i Procuratori più influenti del Paese, nel corso del convegno organizzato oggi a Roma sul tema dal Silp, sindacato di polizia della Cgil.
SPATARO - Il Procuratore aggiunto di Milano Armando Spataro, pur segnalando come «vi è stata una tracimazione non legittima sotto il profilo dell'informazione» sconfinata nel , definendola«voyeurismo» sotto il profilo della pubblicazione delle intercettazione e come quest'aspetto vada giustamente corretto, ha sottolineato come le limitazioni previste dal ddl Alfano inevitabilmente creeranno «danni alle indagini di mafia, di terrorismo e di terrorismo internazionale».
INGROIA - «Se fosse stato già legge - ha fatto eco sul ddl Alfano il Procuratore aggiunto di Palermo Antonio Ingroia- Riina e Provenzano sarebbero ancora liberi e latitanti». Perchè «la grande maggioranza dei procedimenti di mafia partono da reati satelliti» che grazie alle intercettazioni portano alla luce le connessioni con la mafia: mandante e causa del reato minore». Ma con l'approvazione della stretta proposta dal governo sulle intercettazioni, il rischio concreto sarà che si «continueranno a fare i procedimenti contro i 'soliti noti' ma saremo disarmati contro i 'soliti ignoti'». Ed in questo modo «sarà tolto ai cittadini uno strumento di libertà» perchè «le intercettazioni hanno consentito di liberare dal controllo mafioso pezzi del territorio nazionale».
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