Fini: la cultura del sondaggio non è l'unica
Il Presidente della Camera: «Oggi viviamo un inno al presentismoe non è una questione solo italiana o europea, ma occidentale»
ROMA - Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, boccia la cultura politica basata soltanto sui sondaggi e sottolinea la necessità di una «cultura rinnovata e strategica capace di pensare alle conseguenze della politica sul futuro».
Parlando al convegno organizzato dalle fondazioni Farefuturo e Respublica, la terza carica dello Stato ha detto: «Soffriamo di uno schiacciamento sull'immediato, la cultura del sondaggio è l'unico strumento di strategia politica: per uscirne è necessaria una cultura rinnovata e strategica capace di pensare alle ricadute della politica sul futuro, una cultura libera dall'immobilismo, dalla paura dell'altro e del nuovo».
«Oggi viviamo un inno al presentismo - ha sottolineato Fini - e non è una questione solo italiana o europea, ma occidentale. Nel giro di quindici anni il mondo è cambiato, ci sono nuove sfide ma la politica non ha modificato il suo linguaggio. Ha preferito cavalcare la paura e il presentismo abdicando a visioni di prospettiva e cercando un consenso di breve periodo».
Il presidente della Camera, infine, ha richiamato l'importanza dei partiti politici: «E' importante il ruolo svolto dai partiti politici perché se è vero che i partiti-chiesa sono tramontati in maniera irreversibile è vero anche che oggi hanno la responsabilità importante di fornire ai cittadini gli strumenti per concretizzare il loro impegno politico attraverso la partecipazione elettorale».
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