30 aprile 2024
Aggiornato 11:30
La lite nel PdL

Bocchino: Berlusconi risponda, o possibile gruppo autonomo

Articolo su GenerazioneItalia.it: «Le questione sono tutte politiche: risorse, Sud, Lega e rapporto con Fini»

ROMA - Nessun problema di poltrone nelle richieste di Gianfranco Fini e dei parlamentari a lui vicini. Le questioni sono tutte politiche e se Silvio Berlusconi non darà le risposte attese si aprono due scenari, la creazione di una minoranza interna o la formazione di un gruppo autonomo di ex An. Lo scrive Italo Bocchino in un articolo su GenerazioneItalia.it elencando i punti sui quali serve un cambio di passo da Berlusconi e nel partito.

«È del tutto errata la lettura di chi scorge dietro l'iniziativa di Gianfranco Fini una richiesta di nuove e più poltrone all'interno del Governo e/o di un nuovo assetto del partito che, ricordiamolo, Fini ha co-fondato - scrive l'esponente finiano, vice capogruppo del Pdl alla Camera -. Quello che noi chiediamo è innanzitutto una svolta sulle questioni economiche e sociali. Riteniamo Giulio Tremonti il miglior Ministro dell'Economia dei Paesi occidentali. Il problema è un altro. Vorremmo sapere chi decide come si spendono i soldi degli italiani e come si forma tale decisione. Vogliamo - prosegue - che si discuta di un nuovo ed epocale Piano Sud. Che non deve essere un nuovo piano di spesa pubblica assistenziale e quindi inutile. Il Sud non si aiuta con più soldi, ma con una rinnovata attenzione normativa, con infrastrutture strategiche, con un investimento in formazione e 'conseguentemente' in legalità. Se vogliamo davvero distruggere la criminalità organizzata, dobbiamo valorizzare le risorse che al Sud ci sono e lanciare la sfida del sapere. Il Sud è un problema dell'Italia intera».

Poi la Lega, che «fa il suo mestiere. Noi dovremmo fare il nostro. Il Pdl non riesce a far pesare i milioni di voti che raccoglie da Bolzano a Siracusa. Su questo dato 'politico' pesa il ruolo di Silvio Berlusconi, allo stesso tempo leader del Pdl, Capo della coalizione e Capo del governo. E tra le tre cose, lui sceglie nell'ordine di priorità prima il Governo, poi la coalizione e solo alla fine il partito. È un dato 'politico' che noi vogliamo discutere perché vogliamo dare maggiore forza al nostro partito. Nient'altro». Infine, i rapporti personali tra Berlusconi e Fini: l'ex leader di An «ha portato nel nuovo partito una storia lunga mezzo secolo, una cultura politica forte e un patrimonio umano ed elettorale che non può essere sminuito. Gianfranco Fini non può essere trattato come un dirigente di partito qualsiasi o come un mero uomo delle Istituzioni. Non vanno bene le cene del lunedì, che hanno dato l'impressione di un'agenda di governo dettata esclusivamente dalla Lega. E va ancor meno bene il killeraggio mediatico messo in atto da Il Giornale contro Fini».

«Sono tutte questioni - conclude Bocchino - che Silvio Berlusconi deve affrontare e risolvere nei prossimi giorni per evitare che si giunga davvero a una rottura che può comportare diversi scenari, dalla divisione del Pdl, con la costituzione di una maggioranza e di una minoranza interna, fino al rischio oggettivo della creazione di gruppi parlamentari autonomi che sancirebbero il fallimento politico del Popolo della Libertà».