2 maggio 2024
Aggiornato 11:30
Situazione carceraria

Detenuto 40enne trovato cadavere in cella a Secondigliano

Osservatorio permanente sulle morti in carcere: «è il 58esimo morto dall'inizio dell'anno»

SECONDIGLIANO - Detenuto 40enne ritrovato a cadavere a Secondigliano: è il 58esimo, morto in carcere da inizio anno, lo riferisce l'Osservatorio permanente sulle morti in carcere. Per ora inspiegabili le cause del decesso, è stata disposta l'autopsia.

Con la morte di Antonio Zingaro salgono a 58 i decessi in carcere da inizio anno (7 solo in aprile): 38 di loro avevano meno di 40 anni (il 66% del totale). In particolare, 18 avevano tra i 20 e i 30 anni; 20 tra i 31 e i 40 anni; 12 tra i 41 e i 50 anni; 6 tra i 51 e i 60 anni; 2 erano ultrasessantenni (il più anziano Emanuele Carbone, di 71 anni, morto nel carcere di Lecce lo scorso 31 marzo). A Secondigliano, invece, l'ultimo decesso si era verificato il 18 marzo, quando morì (per cause ancora da accertare) un detenuto italiano di 29 anni. Negli ultimi 5 anni nel carcere napoletano sono morti 27 detenuti, di cui 8 per suicidio.

Il cadavere di Antonio Zingaro, 40enne di origini pugliesi, è stato rinvenuto da un agente di polizia penitenziaria, intorno alle 5 di ieri mattina, riverso sul pavimento della sua cella, in un braccio speciale del carcere napoletano di Secondigliano, dove scontano la pena i detenuti ai quali è stato revocato il programma di protezione per i collaboratori di giustizia e dunque a rischio di eventuali vendette, anche dietro le sbarre, per le loro confessioni, sottolinea l'Osservatorio.

Secondo le prime ricostruzioni, nella cella non sarebbero stati trovati elementi che ricondurrebbero ad un suicidio, e la cella è stata passata al setaccio dalla polizia giudiziaria della Procura partenopea per vagliare ogni ipotesi.
Sarà l'autopsia, disposta dal pubblico ministero di turno della Procura della Repubblica di Napoli, ad accertare le cause della morte: negli ultimi tempi Zingaro aveva accusato problemi di salute, ma - spiega l'Osservatorio - secondo alcuni investigatori che lo conoscevano bene, non tali da lasciar presagire la morte.