4 maggio 2024
Aggiornato 04:30
Rinvio alla Consulta

Processo Mediaset: no a legittimo impedimento

De Pasquale: «La norma non dice nulla sull'impossibilità a comparire». Gli avvocati del premier pronti a chiedere rinnovi fino ad uno stop di un anno e mezzo

MILANO - Al processo per i diritti tv di Mediaset dove Silvio Berlusconi è imputato di frode fiscale il pm, Fabio De Pasquale ha chiesto che la legge che codifica il legittimo impedimento sia messa all'attenzione alla Corte costituzionale inviando gli atti alla consulta. Ma la sorpresa nella proposta della Procura è che l'eccezione di costituzionalità è stata fatta solo in via subordinata.

Il Pm De Pasquale spiega: «Legittimo impedimento e impossibilità assoluta a partecipare alle udienze non sono la stessa cosa, sono due corni del dilemma che voi giudici dovete sciogliere. La legge 7 aprile 2010 costituisce una modesta innovazione si potrebbe anche dire tanto rumore per nulla, dal momento che allarga le possibilità di riconoscere il legittimo impedimento ma non parla dell'impossibilità assoluta».
In sostanza il pm dice ai giudici: «Solo se interpretate la nuova legge come un obbligo a rinviare l'udienza per mesi sulla base della certificazione di Palazzo Chigi, allora dovete sollevare la questione di legittimità costituzionale». Secondo il pm ci potrebbe essere contrasto della legge sul legittimo impedimento con gli articoli 138 e 101.
Ma la richiesta principale della Procura ai giudice è quella di invitare la difesa Berlusconi a fornire delle date per la celebrazione delle udienza: «Anche di sabato e di domenica», aggiunge il pm De Pasquale.

Le richieste dei Legali del Premier - In cancelleria dal 7 aprile, prima che Napolitano firmasse la norma, c’è la documentazione con cui la difesa del premier chiede il rinvio dell’udienza a causa del viaggio che ha portato Berlusconi a Washington per il summit sulla sicurezza nucleare. Un programma di tre giorni dal 12 al 14 aprile che impedisce secondo i difensori e la certificazione di Palazzo Chigi al premier di essere in aula. Ma Niccolò Ghedini e Piero Longo i legali del premier hanno già detto che utilizzeranno la legge che permette un rinvio di 6 mesi, rinnovabile tre volte fino a una sospensione di un anno e mezzo del processo.

Le reazioni della maggioranza - «L’atteggiamento di certi magistrati in questi giorni, particolarmente della Procura di Milano, dimostra chiaramente quali siano gli ambienti e gli artefici che violano sistematicamente le prerogative e l’indipendenza del potere politico e democratico». Lo ha dichiarato in una nota Sandro Bondi, coordinatore nazionale del Pdl. Cicchitto: «E’ evidente che nei Pm di Milano c’e’ una intenzionalità politica per cui per loro e’ tutto incostituzionale. C’e’ una contrapposizione nei confronti del presidente del Consiglio e sottotraccia anche nei confronti delle massime cariche istituzionali del Paese».