2 maggio 2024
Aggiornato 18:00
Politica & Giustizia

Schifani: ora riforma che dia parità a Difesa e Accusa

Intervista al Corriere della Sera del Presidente del Senato: «Bene la disponibilità di Alfano a rivedere il ddl intercettazioni»

ROMA - «Occorre una riforma che consenta al cittadino di sentirsi in posizione paritaria tra chi lo difende e chi lo accusa, con una reale e organica autonomia del giudice rispetto al pm». Il presidente del Senato, Renato Schifani, in un'intervista al Corriere della sera parla della riforma della giustizia che si augura possa essere avviata insieme alle riforme costituzionali.

SEPARAZIONE DELLE CARRIERE - La seconda carica dello Stato spiega perchè è necessaria anche una separazione delle carriere: «Già la normativa attuale che separa le funzioni sta producendo dei frutti, ma il problema è anche culturale, la separazione delle carriere opera un netto distinguo psicologico e istituzionale tra chi accusa e chi giudica». E poi la riforma del Csm: «Non vi è dubbio che per riconoscimento unanime si muove su basi correntizie, che di per sè non costituiscono garanzia di piena e totale neutralità di giudizio».

DDL INTERCETTAZIONI - Schifani parla anche del ddl sulle intercettazioni ricordando di aver lanciato un appello per una pausa di riflessione: «Ora mi aspetto che dia i suoi frutti, da parte di tutte le forze politiche. Occorre un giusto bilanciamento - spiega - tra l'esigenza di impedire la pubblicazione di intercettazioni che a volte danneggiano anche l'andamento delle indagini e quella tesa a disciplinare l'utilizzo delle stesse come strumento di indagine, per regolarne meglio la durata oltre la tipologia dei reati per i quali possono essere utilizzate. Ritengo che il ddl affronti abbastanza compiutamente il primo problema, mentre sul secondo aspetto è nato un confronto acceso sul pericolo che la formula 'evidenti indizi di colpevolezza' vanifichi l'uso di un importante mezzo istruttorio», ecco perchè Schifani dice di aver «apprezzato la disponibilità del ministro Alfano a rivedere la formulazione».