29 marzo 2024
Aggiornato 00:30
Elezioni regionali

Per i giornali adesso tre anni di riforme senza alibi

Per tutti vince il Premier, ma la Lega è sempre più dirimente. L'astensionismo spalmato egualmente tra maggioranza e opposizione

ROMA - «La diarchia tra Silvio Berlusconi e Umberto Bossi esce consacrata dalle urne» e l'astensionismo spalmato egualmente tra maggioranza e opposizione «racconta di una disillusione verso entrambi gli schieramenti». Questo apre la strada a un «pieno mandato» al governo per tre anni di riforme piene, «senza alibi». Questo il senso dell'editoriale di Massimo Franco che apre il Corriere della Sera del dopo elezioni, tema ripreso anche Federico Geremicca sulla Stampa, con un articolo dal titolo «Berlusconi batte il non voto».

«Nonostante l'astensione che avrebbe dovuto penalizzarlo, le inchieste che lo riguardano, l'esclusione della sua lista nella provincia di Roma ed una certa stanchezza nell'azione del governo, Silvio Berlusconi - si legge in prima sul quotidiano di Torino - ha largamente vinto anche questa tornata elettorale. Governava in due sole Regioni (rispetto alle 11 del centrosinistra) e da oggi ne amministra sei». «E' giusto, dunque, interrogarsi sul tipo di risposta che sapranno dare a questo evidente disagio i due partiti maggiori, e le dinamiche che il risultato elettorale potrebbe avviare tanto nella coalizione di governo quanto nel fronte dell'opposizione. Ipotizzare una crescita dell'ipoteca leghista sull'esecutivo è fin troppo ovvio: ciò che è ancora difficile da immaginare, invece, è il tipo di risposta che arriverà da Silvio Berlusconi. Così come nient'affatto scontate sono le mosse che deciderà di compiere Gianfranco Fini, sempre più insofferente verso l' «egemonia» leghista sul governo e segnalato come ormai in uscita dal Pdl. Dopo questo voto, insomma, molto potrebbe cambiare: e onestamente, alla luce di quanto visto negli ultimi mesi, sarebbe davvero opportuno che molto cambiasse...».

Diverso l'approccio di Repubblica, che in un pezzo a firma del vicedirettore Massimo Giannini parla di un Silvio Berlusconi che «pur appannato dagli scandali privati, ossessionato dai guai giudiziari, logorato da due anni di non governo del Paese, riesce a vincere in qualche modo anche queste regionali. E lo ha fatto trasformando la contesa in un altro, esiziale referendum sulla sua persona». «Questo voto - prosegue l'articolo - si può leggere in molti modi diversi. Si può decrittare in termini di milioni di cittadini «amministrati» da ciascuno dei due schieramenti. Oppure secondo la valenza 'strategica' e politica delle singole regioni in cui hanno vinto l'uno o l'altro dei due poli. Oppure, ancora, in base alle 'bandierine' piantate su ognuna delle 13 regioni in cui si è votato. Da qualunque punto di vista lo si osservi, il voto ci consegna un'Italia che vede la maggior parte dei cittadini governati anche a livello locale dal centrodestra».

Infine, per il Sole 24 Ore, quotidiano della Confindustria, il successo della Lega «apre la strada al premier». Da oggi, scrive Stefano Folli in prima pagina, il messaggio di Bossi a Berlusconi «è molto chiaro. La Lega sostiene con lealtà il premier, ma diventa il motore della maggioranza e del governo. Bossi può chiedere o meglio pretendere le riforme, il federalismo fiscale, un assetto più snello dello Stato. In un certo senso assume la veste di presidente del Consiglio «ombra», con il preciso intento di difendere le ragioni e gli interessi del Nord. Spetterà a lui limitarsi a questa missione, con tutti i rischi connessi per l'unità nazionale, oppure fare un passo avanti. Proprio in virtù della sua grande forza, Bossi potrebbe essere il mediatore di un nuovo patto politico-istituzionale offerto all'opposizione, a cominciare dal Pd. Una simile iniziativa porrebbe il tema delle riforme al centro di una legislatura davvero 'costituente'. Ma avrebbe riflessi su tutti gli assetti consolidati, prima di tutto all'interno del Pdl. Si vedrà. Quel che è certo, la maggioranza da ieri sera ha un po' cambiato la sua natura».