3 maggio 2024
Aggiornato 01:30
Maroni: «Stroncare il terrorismo»

Due Lettere intimidatorie agitano la vigilia del voto

Pdl contro Di Pietro: «Punta di diamante di un network dell'odio». E la Lega: «Clima d'odio, ma avanti sereni»

ROMA - Due lettere intimidatorie, una contenente esplosivo, l'altra con un bossolo, indirizzate alla sede della Lega Nord milanese e al premier Silvio Berlusconi, scatenano la polemica politica nel sabato pre-Regionali dedicato al silenzio elettorale. Sotto attacco finisce il leader dell'Idv Antonio Di Pietro, colpevole secondo alcuni esponenti del centrodestra di essere la «punta di diamante» di un «network dell'odio». E intanto mentre il Guardasigilli Angelino Alfano parla di un «clima avvelenato» e di «profonda inquietudine», il ministro dell'Interno Roberto Maroni stigmatizza «atti di terrorismo politico» che promette di «stroncare».

Il primo ad attaccare Di Pietro è il capogruppo del Pdl al Senato Maurizio Gasparri, uno dei politici citati nella lettera indirizzata a Berlusconi. «Ricevo spesso minacce che non mi impressionano, come queste di oggi. In generale queste minacce provengono da ambienti quali quelli dei sostenitori del noto frequentatore di criminali della 'ndrangheta o della Bulgaria, Antonio Di Pietro». Gli fa eco, sia pure con parole diverse, il capogruppo pidiellino alla Camera Fabrizio Cicchitto: «Esiste nel nostro Paese un network dell'odio, che ha in Di Pietro la sua punta di diamante e di cui si vedono oggi i nuovi effetti». Pronta la replica dello stesso Di Pietro: è una mossa da «regime» accusare l'opposizione di avere inviato le lettere minatorie al presidente del Consiglio, una «infamia» che è «una grave diffamazione», della quale «dovrà rendere conto alla giustizia».

Anche la reazione della Lega di fronte alla lettera esplosiva indirizzata in via Bellerio non si fa attendere: «C'è un clima di odio, ma noi abbiamo la forza, la determinazione e la serenità per non farci intimorire e andare avanti», dice il candidato alla Presidenza del Piemonte Roberto Cota. Ed è lo stesso Maroni a prendere la parola per condannare con durezza le intimidazioni: «Sono veri e propri atti di terrorismo politico che intendiamo stroncare senza alcuna esitazione per evitare il rischio di un ritorno agli anni di piombo e garantire la tutela delle libere istituzioni democratiche». Di inquietudine di fronte a quanto accaduto parla Alfano: «Si susseguono questi tentativi di intimidazione e di attentato alla vita che sono figli di un clima che non si svelenisce».

Solidarietà a Berlusconi e Bossi anche dall'opposizione. Per il leader Udc Pier Ferdinando Casini, «di fronte a simili minacce nei confronti di un movimento democraticamente legittimato a rappresentare milioni di cittadini in Parlamento e del capo del Governo di tutti gli italiani la condanna deve essere unanime». E anche il Pd Maurizio Migliavacca non si tira indietro: «Gli episodi di Milano di stamattina sono gravi e preoccupanti, in particolare a ridosso di un appuntamento elettorale».