24 aprile 2024
Aggiornato 00:00
Inchieste sul riciclaggio

Scaglia, Mokbel e altri fanno ricorso al riesame

I Giudici della libertà si riservano sulle istanze dei difensori

ROMA - «Rimettere in libertà Silvio Scaglia». E' stata questa la richiesta dei difensori del fondatore di Fastweb, gli avvocati Antonio Fiorella e Pier Maria Corso, al tribunale del riesame di Roma. I giudici si sono riservati di decidere. L'istanza in favore del manager è stata discussa per ultima davanti alla corte presieduta da Giuseppe D'Arma.

I pm Giovanni Di Leo, Francesca Passaniti e Giovanni Bombardieri e il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo, rispetto all'imputazione a carico di Scaglia, hanno depositato nuovi atti d'indagine, tra cui l'interrogatorio reso ieri a Regina Coeli, da Bruno Zito, uno dei manager di Fastweb finiti in carcere.

Nel corso della giornata, comunque, sono state trattate anche altre posizioni di persone indagate nell'inchiesta sulla presunta operazione di riciclaggio internazionale. Tra i ricorsi discussi, quello di Gennaro Mokbel, ritenuto dall'accusa una delle figure chiave, la moglie Giorgia Ricci e il cognato Antonio Ricci.
Il gip Aldo Morgigni, intanto, oggi, ha concesso gli arrestati a Maria Olga Carmine Tessa, moglie di Paolo Prinzi, uno dei dirigenti d'azienda coinvolti nell'inchiesta. La donna era stata arrestata la scorsa settimana, a Cortina d'Ampezzo, per l'accusa di riciclaggio.