28 marzo 2024
Aggiornato 19:00
Polemiche dopo il decreto «salvaliste»

A Milano l'opposizione in piazza: è la morte della democrazia

Diversi i presidi dei partiti e del popolo viola

MILANO - Prima il tran tran sui social network, poi si sono mobilitati i partiti del centro-sinistra e anche i Radicali. Sono tutti scesi in piazza oggi a Milano per protestare contro quella che è stata subito definita la «legge salva liste», cioè il decreto interpretativo approvato ieri sera dal Consiglio dei ministri e firmato oggi da Napolitano che riammette senza nemmeno attendere le sentenze del Tar Formigoni alla competizione elettorale in Lombardia.

Decine di persone si sono fermate di fronte alla prefettura milanese, davanti al palazzo di Giustizia e alla sede del Tar della Lombardia, mentre la Lista Bonino-Pannella ha presidiato piazza Cordusio. Alla guida dei manifestanti, con bandiere del popolo viola, di Rifondazione comunista, del Partito socialista europeo, Vittorio Agnoletto, candidato presidente in Lombardia per la Federazione della Sinistra. Alcuni manifestanti, compreso lo stesso Agnoletto, si sono incatenati simbolicamente davanti alla prefettura mostrando un volantino listato a lutto per «la morte della democrazia, uccisa dal Governo Berlusconi il 5 marzo 2010 attraverso l'approvazione del decreto interpretativo per le elezioni Regionali: i funerali si terranno il 28 e il 29 marzo».

I manifestanti hanno scritto con della farina sulla strada 'Legge truffa'. Poi si sono tutti spostati davanti alla sede del Tar lombardo in via Corridoni, in attesa della sentenza. Che di fatto ha poi accettato la richiesta di sospensiva che riammette Formigoni alla competizione elettorale.