2 maggio 2024
Aggiornato 10:30
Decreto «salvaliste»

Mediazione con il Colle, poi ok a dl. Premier soddisfatto

L'ira di Berlusconi dopo la frenata del Quirinale. Poi la svolta: «Bene collaborazione»

ROMA - L'ultima telefonata è arrivata direttamente dal Colle, mentre i ministri attendevano l'inizio della riunione di governo. A riceverla Silvio Berlusconi, Roberto Maroni e Angelino Alfano, l'ultimo segnale per iniziare un Cdm necessario a varare il decreto che interviene sul caos delle liste, dopo una lunga serie di colloqui telefonici, triangolazioni istituzionali, serrati contatti fra i vertici dello Stato.

Una giornata iniziata con la volontà del governo di superare la bocciatura che ieri il Quirinale aveva riservato all'ipotesi di un dl che, sulla falsariga del precedente del '95, prorogasse il termine di presentazione delle liste, e conclusa con il via libera a un provvedimento che fornisce «l'interpretazione autentica» delle norme elettorali. In mezzo un lungo vertice di maggioranza e continui contatti tra i tecnici del Colle e del governo, sotto la regia di Gianni Letta. Ad adoperarsi per una soluzione positiva anche il presidente della Camera Gianfranco Fini che avrebbe avuto contatti con Berlusconi e il capo dello Stato.

La decisione del governo di mettere da parte l'ipotesi del dl proroga-termini, pur caldeggiata dallo stesso Berlusconi, ha riaperto un canale di comunicazione con il Colle. Tanto che in mattinata il Quirinale ha fatto trapelare la possibilità di valutare l'opzione di un decreto interpretativo purché non si modificasse la legge.

Lo stesso premier ieri era rientrato dall'incontro con Napolitano con un umore a dir poco nero e si era sfogato duramente per le 'resistenze' trovate sul Quirinale. Alla fine però si è persuaso che andare allo scontro frontale non avrebbe portato al risultato necessario e che quindi sarebbe stato preferibile continuare a tentare la via istituzionale per «dare - come ha spiegato stasera in una telefonata durante un comizio a Bari - il legittimo diritto di voto ai cittadini». Alla fine del Consiglio, molti ministri si sono complimentati con il premier per la «fermezza» dimostrata nel cercare di risolvere il caos liste. E lo stesso Cavaliere si sarebbe detto «soddisfatto per la collaborazione tra le istituzioni».

La vera svolta è arrivata a metà mattinata quando il contatto tra i tecnici si è intensificato. Fino a oggi a pranzo, inoltre, il Quirinale aveva fatto sapere che avrebbe firmato un decreto solo dopo le sentenze dei Tar. Poi il cambio di rotta, con il Colle che ha aperto all'ipotesi di un decreto precedente al pronunciamento del Tribunale amministrativo. Nei contatti informali, infatti, il governo avrebbe sottolineato il rischio che il Tar del Lazio, facendo riferimento a una sentenza della Consulta, si dichiarasse non competente a esaminare il ricorso per l'esclusione della lista del Pdl romano, riportando la situazione in altomare.