19 marzo 2024
Aggiornato 03:30
Oggi il voto

Di Girolamo, all'opposizione non bastano le dimissioni

Pd-Idv-Udc reclamano anche la decadenza. La maggioranza ha fatto quadrato intorno al presidente Renato Schifani

ROMA - E' tutta in salita, fino all'ultimo, la strada che porta il caso Di Girolamo fuori dall'aula del Senato. Oggi, intorno a mezzogiorno, l'aula voterà le dimissioni da senatore di Nicola Di Girolamo ma ieri è stata battaglia sul calendario. Pd, Idv e Udc si sono opposti, fin dalla conferenza dei capigruppo, alla calendarizzazione del dibattito sulle dimissioni senza affrontare prima quello sulla decadenza.

Per la capogruppo del Pd Anna Finocchiaro sarebbe «scandaloso che la questione si chiudesse senza una sanzione politica e istituzionale» con una sorta di «omaggio a Di Girolamo che ci ha concesso le sue dimissioni». Insomma, per le opposizioni è fondamentale «revocare l'ordine del giorno De Gregorio» che un anno fa, il 29 gennaio 2009, ha «sospeso» la decadenza di Di Girolamo, già decisa dalla Giunta per le autorizzazioni a procedere, in attesa di una sentenza penale. Un «vulnus» e una «violazione» dell'articolo 66 della Costituzione per le opposizioni che affida solo alle Camere la valutazione sui requisiti di eleggibilità di un parlamentare. Se questo principio non verrà ristabilito creerà «un precedente».

Le proposte dell'opposizione sono state respinte dal voto dell'Aula che dunque, con una seduta convocata per le 9,30 di questa mattina, porrà fine alla permanenza al Senato di Di Girolamo. «Che potrà però godere in questo modo dei benefici di un ex senatore», hanno protestato dai banchi dell'Idv, cosa che non sarebbe avvenuta se fosse decaduto. La maggioranza ha fatto quadrato intorno al presidente Renato Schifani e al suo imput di risolvere il prima possibile la questione. Intanto ieri Di Girolamo non si è presentato all'audizione con la Giunta per le autorizzazioni a procedere ma oggi, a quanto si è potuto capire, dovrebbe essere presente in Aula. La seduta si aprirà con la lettura della sua lettera di dimissioni a Schifani.