Scaglia non poteva non sapere
«Lui il deux ex machina della società. L'ipotesi si fonda su precisi elementi investigativi»
ROMA - Il fondatore di E.Biscom e di Fastweb, Silvio Scaglia, non poteva non sapere. Il gip Morgigni del tribunale di Roma, in un passaggio dell'ordinanza di custodia, sulla rete di riciclaggio spiega: «L'attribuzione direttamente a Silvio Scaglia di quanto accaduto non è frutto di ipotesi investigativa e si fonda su precisi elementi investigativi e sull'osservazione di come funzionavano le cose all'interno della società».
«Mai nessuno dei top managers ha, infatti, posto in discussione il ruolo di Scaglia come deus ex machina della società. Scaglia era, inoltre, sostanzialmente il proprietario della società stessa vantando il controllo diretto del pacchetto di maggioranza, di poco percentualmente inferiore alla soglia oltre la quale avrebbe dovuto lanciare un offerta pubblica di acquisto. Deve quindi escludersi che operazioni come quelle descritte in motivazione, che ponevano i conti di Fastweb s.p.a. a rischi anche di cassa così evidenti, potessero essere realizzate senza che egli ne fosse a conoscenza nel dettaglio».
Poi se «Scaglia, sorpreso dall'avvio delle indagini del Pubblico ministero e dai decreti di esibizione, avesse in quel momento scoperto, anche tramite l'indagine delegata a Kpmg, che alcuni suoi managers infedeli avevano profittato delle posizioni ricoperte per coinvolgere l'azienda in una serie di gravissime condotte penalmente illecite a fine esclusivo di lucro personale, non avrebbe acconsentito che gli stessi rimanessero alle dipendenze della società, ma avrebbe salvaguardato la medesima provvedendo a risolvere i relativi rapporti di lavoro, in modo da separare le responsabilità dei managers 'infedeli' da quelle dell'azienda 'colpevole' di disattenzione».
«Evidentemente ciò non è accaduto e non poteva accadere poiché, con ogni evidenza ed in particolare già con l'operazione Phuncard, il coinvolgimento personale della dirigenza in questo genere di operazioni fiscalmente irregolari doveva essere a livello massimo. Nè può escludersi che altre motivazioni abbiano portato il top management a veder con favore, indipendentemente dalla sua effettività sostanziale, l'aumento di fatturato che le due suddette operazioni realizzavano, sia per l'effetto tonico che aveva sui bilanci da presentare alle banche ed agli analisti, che l'effetto sulla quotazione del titolo in borsa».