19 aprile 2024
Aggiornato 12:30
Maxirete da 2 miliardi di euro

Mandato d'arresto per Scaglia. Il gip: frode colossale

Chiesto l'arresto anche per senatore Di Girolamo: «Eletto grazie alla 'ndrangheta». Coinvolte Fastweb e Telecom Italia Sparkle

ROMA - Secondo Aldo Morgigni, gip del tribunale di Roma che ha condotto le indagini, è «tra le più colossali frodi d'Italia». Coinvolge il fondatore di Fastweb Silvio Scaglia, il senatore del Pdl Nicola Di Girolamo, conta un avviso di garanzia per Stefano Parisi, attuale amministratore delegato di Fastweb: nel complesso un'ordinanza di custodia cautelare per 56 persone. Ma coinvolge anche Telecom Italia. Silvio Scaglia è accusato di riciclaggio; l'operazione congiunta Ros-Guardia di Finanza ha portato alla luce un'evasione fiscale di quasi due miliardi di euro, un danno erariale di 400 milioni. Il fondatore di Fastweb, all'estero per lavoro, ha fatto sapere tramite i suoi legali di essere totalmente estraneo agli addebiti.

BORSA - La vicenda relativa all'inchiesta sul maxi riciclaggio chiama in causa direttamente anche Fastweb, quotata a Piazza Affari (oggi ha perso quasi l'8%), e Telecom Italia Sparkle (Tis), controllata al 100% da Telecom Italia. Per entrambe si potrebbe profilare il commissariamento su cui deciderà il gip il prossimo 2 marzo. Nell'ordinanza si legge che «Le modalità operative attraverso le quali Tis agiva pongono con solare evidenze il problema delle responsabilità degli amministratori e dirigenti della società capogruppo», Telecom Italia.

LE ACCUSE - La complessa frode si sarebbe sviluppata in parte con la realizzazione di ingenti crediti fiscali, ma soprattutto con «ingenti poste passive di bilancio apparentemente spese per pagare l'Iva in favore delle cartiere», che «consentivano a Fastweb e Telecom Italia Sparkle di realizzare 'fondi neri per enormi valori'» su conti estero su estero. Non solo: la frode era «talmente macroscopica» che era «necessario per i membri del sodalizio associarsi con pubblici ufficiali, ed in particolare ufficiali di polizia giudiziaria» per evitare le indagini.

SWISSCOM: «NOI SAPEVAMO» - «Sapevamo delle accuse di riciclaggio e frode fiscale contro Fastweb quando la comprò nel 2007 e sapeva dei rischi a cui andava incontro» ha detto nel pomeriggio all'agenzia Ansa Josef Huber, capo ufficio stampa di Swisscom, la società che ha acquisito il controllo di Fastweb, aggiungendo che le accuse contro la società italiana erano di «dominio pubblico». Nella definizione del prezzo d'acquisto di Fastweb, spiega ancora il portavoce di Swisscom, che ha rilevato la società italiana nel 2007 versando 47 euro ad azione, «si tenne conto dei rischi legati alle accuse» mosse contro la società italiana. Swisscom, ha aggiunto Huber, valuterà con attenzione cosa fare nei prossimi giorni e «se le verrà richiesto, collaborerà con le autorità italiane» come «ha già indicato Silvio Scaglia».

LA 'NDRANGHETA E LE ELEZIONI - Per il senatore del Pdl Nicola Di Girolamo, l'accusa sarebbe di mafia in relazione alla sua elezione con il voto degli italiani residenti all'estero, «effettuata anche attraverso il contributo determinante di una famiglia della 'Ndrangheta, in particolare la famiglia Arena di Isola di Capo Rizzuto». E proprio «Il clan della 'ndrangheta calabrese degli Arena ha collaborato e protetto il sodalizio criminale».