25 aprile 2024
Aggiornato 11:00
Il caso «Bologna»

Election day sospeso per la decisione di Delbono

L'Opposizione insorge. Maroni sono disponibile: «tutto dipende dalla data delle dimissioni»

BOLOGNA - Probabilmente non si riuscirà a votare il sindaco di Bologna il 28 marzo, in concomitanza con le regionali. Soprattutto se Flavio Delbono non si deciderà a formalizzare le dimissioni annunciate lunedì, dopo essere stato indagato per peculato, abuso di ufficio e truffa aggravata ai danni della Regione Emilia Romagna e - da ieri - anche per aver fatto pressioni su testimoni, Cinzia Cracchi in primis. Il ministro dell'Interno Roberto Maroni conferma comunque la sua disponibilità a un provvedimento d'urgenza per consentire di votare immediatamente, ma attende un 'segnale' dall'esponente del Pd. Mentre l'opposizione bolognese insorge per questo «temporeggiare».

Il clima politico bolognese si è scaldato dopo le dichiarazioni del vicesindaco Claudio Merighi: Delbono si dimetterà soltanto «tra qualche giorno», perché prima si deve approvare il bilancio e concludere «il monitoraggio su quali sono gli atti che gli uffici ci chiederanno per motivi improrogabili di votare, e a quel punto insieme ai capigruppo stabiliremo le tappe di questa chiusura». Immediata la risposta dei consiglieri Pdl e Lega, contrari a questo comportamento. «Stiamo diventando un barzelletta» ha attaccato il consigliere della Lega Manes Bernardini. Mentre Lorenzo Tomassini, capogruppo Pdl, ha invocato le dimissioni di almeno 24 consiglieri per far decadere l'aula e, di conseguenza, il primo cittadino.

In mattinata Maroni, dalla Camera, aveva ieri fatto notare che «non sono ancora possibili provvedimenti» da parte del Governo finché non arrivano le dimissioni effettive del primo cittadino. «Non appena il prefetto di Bologna mi comunicherà le dimissioni di Delbono - ha detto il ministro dell'Interno - avvierò una rapida consultazione di tutte le forze politiche per vedere se sono d'accordo con un provvedimento d'urgenza affinchè si voti il 28 marzo. Ma per ora è tutto bloccato in attesa che le dimissioni di Delbono siano ufficiali».

Novità anche dal Palazzo di Giustizia. A giorni, infatti, potrebbe aprirsi un nuovo filone di inchiesta, separato dal «Cinzia-gate», per fare chiarezza sulla gestione e l'affidamento di appalti e consulenze da parte del Cup 2000, la societa' bolognese a capitale pubblico per le prenotazioni sanitarie unificate, finita nell'inchiesta, anche a seguito del trasferimento dell'ex compagna ed ex segretaria Cinzia Cracchi e di un coinvolgimento in appalti dell'amico di Delbono Mirko Divani. Da parte degli inquirenti potrebbe, quindi, profilarsi come ipotesi di accusa l'abuso di ufficio qualora si riconoscesse il dolo agli eventuali responsabili. La procura oggi ha notificato all'ex sindaco anche il reato di «induzione e tentata induzione a non rendere dichiarazioni o rendere dichiarazioni mendaci all'autorità giudiziaria». Anche se il legale Paolo Trombetti precisa: «Siamo sereni e a disposizione della Procura, come lo siamo sempre stati».