4 maggio 2024
Aggiornato 15:00
Fu un modernizzatore

Craxi, Il Secolo d'Italia gli rende omaggio

Convegno alla Camera dei Deputati con la figlia Stefania

ROMA - Ripartire dagli 'strappi' di Bettino Craxi per offire una rilettura del suo ruolo e della sua politica «modernizzatrice». Il Secolo d'Italia gli dedica una corposa edizione del domenicale intitolata, appunto, 'Dieci anni dopo, e se ripartissimo dai suoi strappi?', tema dell'iniziativa organizzata oggi alla Camera dagli Amici del Secolo, associazione politico-culturale che fa riferimento al quotidiano, presenti la figlia Stefania, esponenti del Pdl (Fabrizio Cicchitto, Chiara Moroni, i 'finiani' Carmelo Briguglio e Fabio Granata), Massimo Pini, amico e biografo di Craxi e Enzo Biffi Gentili.

«Ci tenevamo ad essere i primi ad offrire un approfondimento sulla figura di Craxi», commenta la direttrice Flavia Perina. «Serve una riflessione accurata, sulla sua politica basata sull'accelerazione verso una direzione modernizzatrice», e questo anche «in contrapposizione con la tentazione crescente di oggi di cavalcare i temi dell'anti politica» e per valorizzare l'idea della «leadership come guida». Di Craxi Luciano Lanna, condirettore del Secolo, ricorda la «grandezza per aver determinato un progetto politico» che non voleva solo «rompere con l'egemonia marxista ma aprire uno spazio a destra». Prova ne fu, ricorda Lanna, «quando nell'83, da primo presidente del consiglio socialista nella nostra storia, ascoltò anche l'Msi». Fu dunque «un rivoluzionario», che «non ha bisogno di riabilitazioni».

Massimo Pini, amico e biografo di Craxi, invita a trasformare «il mito di Craxi da fatto culturale a fatto politico», sottolineando che l'esilio ad Hammamet non fu latitanza ma «rifiuto di sottoporsi ad un giudizio politico». Scelta difficile, che oggi fa emozionare le persone vicine all'ex leader socialista. «L'ha fatta per non accettare una giustizia usata come arma politica, lasciando tutto quello per cui aveva vissuto: la politica, la famiglia, Milano, gli amici», dice Stefania. Mentre la voce di Massimo Pini si rompe sul ricordo delle parole di Pinuccio Tatarella: «Craxi deve tornare».