19 aprile 2024
Aggiornato 11:30
Il Premier intervistato da Repubblica «da lunedì torno a riannodare i fili»

Berlusconi: penso a tre riforme

Quella fiscale, quella della giustizia e infine i correttivi alla Costituzione

ROMA - «Sogno una vera riforma tributaria. Come quella che avevamo immaginato nel '94. Con due sole aliquote. E adesso stiamo studiando tutte le possibilità per realizzarla». Il 'sogno' è di Silvio Berlusconi confidato in un colloquio con Repubblica durante il quale ha annunciato che da lunedì prossimo sarà a Palazzo Chigi per «riannodare tutti i fili» politici.

Tre sono le «carte» che a giudizio del premier dovranno segnare il 2010: la riforma fiscale, quella della giustizia e infine i correttivi alla Costituzione.

E l'ordine non è casuale. Perché, spiega conversando con Repubblica, che il primo passo è proprio la «riorganizzazione» del sistema fiscale. Recuperando il «vecchio» progetto del 1994. Quello che portò alla vittoria elettorale dell'allora Polo delle libertà: due sole aliquote, al 23% e al 33%. Un disegno che adesso preferisce chiamare «riforma tributaria» per far capire che non riguarderà solo gli scaglioni Irpef, ma l'insieme dell'imposizione. Sebbene il cuore dell'intervento governativo si concentrerà proprio sul taglio delle tasse per le persone fisiche.

D - Ha già in mente un'agenda di appuntamenti e interventi da lunedì in poi?.

BERLUSCONI - «Credo che si debba in primo luogo riprendere il lavoro ordinario del governo. Da lunedì sarò a Palazzo Chigi e riannoderò tutti i fili. Ho intenzione in primo luogo di incontrare il presidente della Repubblica. Parlerò con tutti i ministri e mi confronterò con i gruppi parlamentari e gli organismi dirigenti della maggioranza».

D - Anche per risolvere i problemi emersi in questi giorni nel centrodestra? C'e' stata qualche incomprensione con Fini.

BERLUSCONI - «Ma no, non c'è alcun problema. Non c'è bisogno di questo. Vedrete».

D - E allora di cosa c'è bisogno?.

BERLUSCONI - «Ci sono delle emergenze. Come la riforma tributaria, la riforma della giustizia e la riforma istituzionale».

D - Proprio il 6 gennaio scorso una sua frase sul taglio delle tasse ha scatenato un bel po' di polemiche.

BERLUSCONI - «Guardi, con Tremonti stiamo studiando una riforma tributaria. Un progetto che avevamo indicato già nel 1994. Noi vogliamo un sistema che dia ordine, che sia meno confuso. Che non obblighi i contribuenti a rivolgersi al commercialista per pagare le tasse. Serve una semplificazione complessiva».

D - Nel '94, però, lei propose due aliquote irpef: una al 23% e una al 33%.

BERLUSCONI - «Si', con il ministro dell'Economia stiamo studiando tutte le possibilità per arrivare alla fine a questo sistema. Sarebbe più razionale. Di certo, non abbiamo alcuna intenzione di aumentare le tasse. Ecco, questa è l'unica cosa impossibile».

D - E sulla giustizia? Sulle altre riforme? E' ancora possibile coltivare il dialogo con l'opposizione e in particolare con il segretario del Pd Bersani per le altre riforme?.

BERLUSCONI - «Il problema non è il dialogo, il problema non è questo».

D - E qual e'?.

BERLUSCONI - «Sono le riforme che interessano il Paese. Noi stiamo uscendo da una crisi economica che ci è venuta addosso. Una crisi davvero straordinaria che non ha colpito solo noi. Un crollo da cui ci stiamo risollevando, anche prima degli altri. E dobbiamo fare in modo che tutti escano da questa situazione. Il 2010 è l'anno in cui possiamo uscire definitivamente dalla crisi».

D - Il ministro Tremonti, però, in questi mesi ha sempre frenato su questo punto. Ha sottolineato lo stato di salute dei nostri conti e in particolare i rischi connessi all'aumento del debito pubblico.

BERLUSCONI - «E infatti dobbiamo procedere con attenzione. Sappiamo che ripartiamo ogni anno con 8 miliardi di interessi passivi. Una cifra impressionante. Noi, però, sappiamo che a questo punto non torneremo indietro. Ma forse le ho detto pure troppo».