Manconi: il detenuto di Teramo morto per un tumore
«Se la diagnosi fosse vera sarebbe evidente lo stato di abbandono terapeutico»
ROMA - Il detenuto Uzoma Emeka, considerato uno dei testimoni del pestaggio avvenuto nel carcere di Teramo, e morto in ospedale in circostanze ancora da chiarire, sarebbe morto a causa di un tumore al cervello. E' quanto comunica A Buon diritto, riferendo le informazioni pervenute alla stessa associazione. «Se questa diagnosi venisse avvalorata dall'autopsia prevista per le prossime ore - dice il presidente Luigi Manconi - si avrebbe la conferma del grave stato di 'abbandono terapeutico' nel quale versava Uzoma e nel quale versa l'intero sistema penitenziario italiano».
Infatti, 48 ore prima del malore che ha portato Uzoma Emeka - dopo oltre 5 ore di attesa in carcere - al ricovero in ospedale, il detenuto già si era sentito molto male. «Dunque - spiega Manconi - i segnali di una condizione particolarmente compromessa in un soggetto tossicodipendente e depresso erano già tutti riconoscibili. Ma il carcere di Teramo è, sotto tutti i profili, un autentico disastro. Mi auguro - conclude - che il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, che da settimane non risponde alle interrogazioni del deputato Rita Bernardini su quell'istituto penitenziario, trovi finalmente il tempo per fornire qualche spiegazione».
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