«Il Processo breve viola uguaglianza tra cittadini»
Per la Commissione del Csm è incostituzionale. Scontro Alfano e Anm
ROMA - Il Ddl sul cosiddetto processo breve viola il principio di uguaglianza tra i cittadini, creando delle «disparità di trattamento» tra gli incensurati e i recidivi e tra i presunti rei di reati diversi, contrariamente a quanto impone il codice di procedura penale, che sancisce invece che le «regole del processo» siano uguali per tutti. E' questo uno dei principali rilievi che i componenti della VI Commissione del Consiglio superiore della Magistratura ha fatto al nuovo Ddl.
Non solo: secondo il parere del Csm, che verrà discusso e votato in plenum lunedì prossimo, c'è un'aperta violazione anche della norma che impone l'obbligo dell'esercizio dell'azione penale, in quanto pone in termini perentori la chiusura del processo e quindi, di fatto, impedisce che nei casi più complessi si possa arrivare a giusta conclusione e ad accertamento della verità.
SCONTRO ALFANO-CSM - La giornata di ieri si è poi caratterizzata con un nuovo scontro tra il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, ed i magistrati ai quali a rimproverato di dedicare troppo tempo ai convegni ed alle presenze in Tv. Dura la replica dell'Anm. «La ricostruzione del ministro della Giustizia non corrisponde al vero e nasconde i termini reali del problema, ben noti al ministro e a tutte le forze politiche, alle quali ripetutamente e pubblicamente, quanto finora inutilmente, l'Anm si è rivolta nell'ultimo anno», hanno dichiarato Luca Palamara e Giuseppe Cascini, presidente e segretario dell'Associazione nazionale magistrati. Infine, un 'no' a modifiche delle leggi antimafia, no a modifiche della legge sui pentiti è arrivato dal procuratore Antimafia Piero Grasso.
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