29 marzo 2024
Aggiornato 14:00
Sarebbe il 67esimo dall'inizio dell'anno

Detenuto suicida ad Alessadria, la moglie: l'hanno pestato

Ciro Ruffo, 35 anni, è stato trovato morto nella sua cella. «Naso rotto, lividi ovunque, ha perso sangue dagli occhi»

ALESSANDRIA - Nuovo suicidio, con giallo, nelle carceri italiane. E' il 67esimo dall'inizio dell'anno. Il totale dei detenuti morti nel 2009 sale così a 169. Lo rende noto il Centro studi di Ristretti Orizzonti, che evidenzia come siamo sempre più vicini al massimo storico dei suicidi in carcere, che risale al 2001, con 69 casi. Quello di ieri è avvenuto nel carcere San Michele di Alessandria, dove Ciro Ruffo, 35 anni, detenuto per reati di criminalità organizzata che aveva da poco iniziato a collaborare con i magistrati, è stato trovato morto.

Ma la moglie di Ruffo accusa: «La direttrice mi ha comunicato che lo hanno trovato impiccato, ma non è vero. Ho visto il corpo all'obitorio del cimitero di Alessandria: ha il naso rotto, un livido sotto l'occhio destro, tanti altri lividi sulla schiena, sulla pancia, in faccia. Ha perso sangue dagli occhi e dalle orecchie. È stato pestato».

Ruffo era proveniente dal carcere di Ariano Irpinio, ed era arrivato al San Michele lunedì sera, quindi poche ore prima di morire, spiega l'Osservatorio permanente sulle morti in carcere. Sabato scorso aveva chiamato la moglie dicendole: «Devo darti una bella notizia: sono arrivate le carte del trasferimento, le aspettavo da quindici giorni. Da lunedì sono più vicino a te, ci vedremo più spesso».

Dall'inizio dell'anno, è il terzo suicidio che avviene nella casa di reclusione di Alessandria (dove sono presenti 384 detenuti, per una capienza regolamentare di 263 posti): il 26 aprile scorso si è tolto la vita Franco Fuschi, 63 anni, ex agente segreto, in carcere per traffico di armi, mentre il 17 gennaio è morto Edward Ugwoj Osuagwu, 35 anni, nigeriano coinvolto in vicende di droga.

La morte di Ruffo, secondo Ristretti Orizzonti, presenta alcune strane analogie anche con quella avvenuta lo scorso 17 novembre nel carcere di Palmi (Reggio Calabria), dove Giovanni Lorusso, 41 anni, è stato ritrovato cadavere con un sacchetto di plastica infilato in testa e riempito di gas: entrambi i detenuti provenivano dal carcere di Ariano Irpino, in provincia di Avellino, ed erano appena arrivati in un nuovo istituto. A detta dei parenti, non avevano «alcun motivo apparente né avevano mai manifestato l'intenzione di suicidarsi». Entrambi i corpi, restituiti alle famiglie, risultano segnati da ferite.