23 aprile 2024
Aggiornato 11:00
Politica & Giustizia

Processo breve, è scontro Pdl-Pd. Schifani: «si può cambiare»

Dubbi su norma «salvapremier» anche nella maggioranza. Casini insiste: «Terza via»

ROMA - Il ddl Gasparri sul processo breve può essere migliorato in Parlamento: il presidente del Senato Renato Schifani prova a indicare la via del confronto sulla giustizia alle forze politiche, ma lo scontro è tra il Pdl che accusa il Pd di «ipocrisia», ricordando una vecchia proposta di legge della Quercia sui tempi del processo, e i Democratici che rispondono accusando apertamente il centrodestra di dire falsità sull'argomento.

CASINI: «TERZA VIA» - Antonio Di Pietro, leader dell'Idv, ammonisce il segretario democratico Pier Luigi Bersani: vieni in piazza con noi il 5 dicembre contro Berlusconi, i militanti del Pd «la pensano come noi». L'Udc intanto tenta di rilanciare la sua idea di «terza via»: un nuovo lodo Alfano, stavolta votato con legge costituzionale. Dal Italo Bocchino, Pdl di rito finiano, arriva una risposta possibilista.

GIÀ BATTEZZATA «SALVAPREMIER» - Sulla nuova norma già battezzata «salvapremier» dall'opposizione qualche dubbio pare serpeggiare anche nella maggioranza: il ministro della Giustizia Angelino Alfano non smentisce la notizia secondo la quale starebbe studiando le conseguenze sui processi del testo presentato al Senato e anche possibili modifiche, anche se dice: «Non ci fermeremo». Schifani si affida al lavoro di deputati e senatori, che potranno «migliorare i testi per renderli invulnerabili alle censure eventuali della Corte costituzionale».

BOTTA E RISPOSTA PD-PDL - La giornata di ieri però è stata segnata soprattutto dal botta e risposta tra Pdl e Pd sul contenuto di alcune proposte di legge sulla durata dei processi presentate anni fa dai Democratici di sinistra: «Urlano - si legge in una nota del gruppo Pdl al Senato - ora che noi proponiamo, dopo di loro, quello che loro hanno proposto per primi. Con un'aggravante: mentre la proposta del Pdl esclude alcuni reati (mafia, furti, rapine, droga, bancarotta fraudolenta, infortuni sul lavoro, ecc.), da questo limite di durata dei processi di 6 anni, la sinistra non prevedeva queste esclusioni».

La sinistra «cambia idea a seconda delle convenienze politiche contingenti», commenta il coordinatore Pdl Sandro Bondi. E Maurizio Gasparri parla di «ipocrisia», puntando il dito su Anna Finocchiaro, capogruppo del Pd al Senato, che replica: «Gasparri e Bondi non sanno leggere e non sanno quello che dicono e, se lo sanno, mentono», anche perché «le nostre proposte sono molto diverse dal salva-processi».