29 marzo 2024
Aggiornato 11:30
Politica. Primarie PD

Bersani è il nuovo segretario del PD: «lavoreremo insieme»

«Faró il leader ma a modo mio. Il partito deve essere un collettivo di protagonisti» Alta l'affluenza, oltre tre milioni i votanti

ROMA - Pierluigi Bersani è il nuovo segretario del Pd. «Faró il leader ma a modo mio, come uno che pensa che non puó esistere il partito di un uomo solo ma deve essere un collettivo di protagonisti», sono state le sue prime parole, nella conferenza stampa 'in notturna' a poche ore dalla chiusura dei seggi che hanno visto la partecipazione di circa tre milioni di persone.

La cifra precisa dei votanti si conoscerà stamattina, così come i risultati definitivi della sfida a tre per la segreteria: ancora non è chiaro, infatti, se Bersani supererà il 50% dei voti, come sostiene il comitato elettorale del neo-segretario, o se si fermerà poco sotto la maggioranza assoluta, come dicono al comitato Franceschini ma il «dato politico», come ha detto lo stesso segretario uscente riconoscendo la vittoria di Bersani, è che «la scelta dei nostri elettori è stata quella di eleggere Pier Luigi segretario del Pd».

L'alta affluenza è stata un pò la sorpresa della giornata, nelle scorse settimane tutti i candidati avevano indicato i 2 milioni come l'obiettivo realistico per queste primarie, e la vicenda-Marrazzo aveva fatto temere qualche ripercussione sulla partecipazione. Gli elettori del Pd, invece, si sono recati alle urne in tanti anche questa volta, dopo le primarie che incoronarono Romano Prodi nel 2005 e quelle di Walter Veltroni nel 2007, e in molti casi ci sono state file ai seggi.

Ma l'alta affluenza non ha ribaltato la tendenza emersa nei circoli, l'ipotesi di un sorpasso di Franceschini si è rivelata infondata e Massimo D'Alema non ha perso tempo per sottolineare: «La scelta è chiara, conferma il risultato che abbiamo avuto già nei congressi di circolo, peró con l'autorevolezza di un voto popolare. Si è dimostrato che i nostri iscritti non erano dei marziani».

Franceschini non ha voluto aspettare i risultati definitivi, che arriveranno solo questa mattina, per riconoscere la sconfitta. Il segretario uscente ha analizzato con i suoi collaboratori i primi dati che arrivavano dalle sezioni, ha letto le proiezioni che non lasciavano margini di speranza e ha subito telefonato a Bersani per congratularsi. «Questo non è un momento di delusione, è una serata di festa per tutti, perché ha vinto il Pd». Certo, ha aggiunto commentando l'alta affluenza al voto, da oggi «le primarie sono irreversibili». Quindi, un omaggio a Walter Veltroni che ha costruito il partito e lo ha portato al «33,4%», la rivendicazione del lavoro fatto in questi mesi («Grazie a quel 26% possiamo ripartire«) e l'assicurazione: «Continuerò a servire il partito».

Ignazio Marino, intanto, si mostra soddisfatto, la sua mozione appare stabilmente sopra il 10% e, anche se i suoi avevano sperato forse qualcosa di più, commenta: «Se i dati sarannno confermati, la nostra mozione è tra il 10 e il 20%, un risultato davvero ottimo. L'elezione di Bersani è un altro grande risultato, avrà la forza di chi lo ha sostenuto e l'unità del partito».

Bersani è stato l'ultimo a presentarsi nella sala conferenze del Pd: «Faró il leader ma a modo mio, come uno che pensa che non puó esistere il partito di un uomo solo ma deve essere un collettivo di protagonisti». Il neo-segretario si è detto «orgoglioso» per i tre milioni di votanti e ha tracciato le linee della sua idea di partito: popolare e di «alternativa», non solo di «opposizione», perché spesso «l'opposizione non contiene l'alternativa». Quindi, subito un segnale alle altre forze di opposizoine: «Parta da subito un confronto per costruire l'alternativa alla destra». E agli sfidanti l'onore delle armi: «Voglio dire una parola di amicizia e collaborazione a Franceschini e Marino. Lavoreremo insieme».