Alfano: «Non comprendiamo la protesta dei Giudici»
Così il Ministro della Giustizia da Palermo: «Abbiamo diritto di mantenere impegnie elettorali»
PALERMO - «Non comprendiamo il motivo della protesta». Così il ministro della Giustizia Angelino Alfano, a Palermo al carcere Paiarelli, risponde a chi gli chiedeva un commento sullo stato di agitazione proclamato dai magistrati.
«Il presidente del Consiglio ha rilanciato l'idea della riforma costituzionale della giustizia, ma questo è scritto nel programma di governo e lo abbiamo detto una decina di volte ed è possibile trovarlo sui siti internet. Pensiamo che sia diritto-dovere del presidente del Consiglio assicurare ai cittadini il mantenimento degli impegni assunti».
«Non abbiamo compreso il senso di questo stato di agitazione che io ho definito una 'guerra preventiva' in quanto ci si agita anche se non si conosce il testo».
Poco prima il ministro aveva elencato i tre «importantissimi disegni di legge al vaglio della commissione Giustizia del Senato. La riforma del sistema delle intercettazione per garantire la privacy dei cittadini; la riforma dell'Avvocatura, che è un pilastro centrale perché assicurerà la parità tra accusa e difesa e la riforma del processo penale.
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