27 aprile 2024
Aggiornato 02:30
Nessuna «sfiducia» di fatto, nessun «segretario in pectore»

Franceschini a Bersani-D'Alema: «Io in carica fino a primarie»

Il segretario del Partito Democratico telefona e chiede presa di distanze da Penati

ROMA - Nessuna 'sfiducia' di fatto, nessun «segretario in pectore», il segretario del Pd fino alle primarie resta quello attuale, a prescindere dal risultato del voto dei circoli. Dario Franceschini non ha gradito affatto la sortita di oggi di Filippo Penati che, oggi, lo ha sostanzialmente invitato a dimettersi sostenendo che, dopo il voto degli iscritti, di fatto non è più il segretario.

E per questo, secondo quanto si apprende, Franceschini ha preso il telefono e ha chiamato sia Pierluigi Bersani che Massimo D'Alema per ripetere che il percorso è quello scritto nello statuto e, soprattutto, per chiedere una chiara presa di distanze dalle parole di Penati: voglio una smentita, avrebbe detto Franceschini al telefono.

Una polemica di cui si era avuta un'avvisaglia già ieri, quando sempre Penati aveva commentato i risultati dei congressi di circolo parlando di «grande elezione popolare». Frase che Ettore Rosato, coordinatore della campagna congressuale di Franceschini, aveva commentato: «Così si delegittima il partito, non solo Dario Franceschini. Ma, del resto, sono gli stessi che hanno impedito a Veltroni di fare il segretario e che in questi anni hanno bruciato un leader dopo l'altro. Continuano con lo stesso stile».