29 marzo 2024
Aggiornato 00:00
Sanità. Lazio

Bimbo muore a tre ore dalla nascita, genitori denunciano

Consulente di parte il criminologo Carmelo Lavorino

ROMA - Ancora un neonato morto in un ospedale della Capitale. Dopo il caso di Gabriele G., per cui oggi è stata effettuata l'autopsia e avviata una inchiesta, il 31 agosto scorso ha cessato di respirare, dopo solo tre ore di vita, il piccolo Patrizio. Ieri il padre di quest'ultimo ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica, affidandosi all'avvocato Luigi Vincenzo ed al criminologo Carmelo Lavorino. In una nota del Cescrin, il centro studi dell'esperto, si spiega: «L'evento deve essere approfondito sotto tutti gli aspetti. Sono state attivate le indagini difensive per collaborare con gli inquirenti: troppi gli aspetti oscuri».

Patrizio è deceduto tre ore dopo la nascita al Policlinico Casilino di Roma, dove la madre era stata ricoverata al fine di effettuare l'intervento di parto cesareo, stabilito il giorno stesso dai sanitari della medesima struttura ospedaliera, presso la quale nel corso dei mesi erano state eseguite con regolarità le visite di controllo. «Al riguardo si precisa che in occasione dei controlli periodici, anche nell'ultimo, effettuato il 31 agosto, non era stata riscontrata alcuna patologia o anomalia nella crescita del feto».

Ciò nonostante, i medici hanno deciso di anticipare il parto di quindici giorni rispetto alla scadenza del termine ordinario di nove mesi, fissando proprio per il 31 il cesareo. In seguito alle richieste di chiarimento sul punto da parte dei genitori, non sarebbe stata manifestata alcuna ragione di preoccupazione per le condizioni del feto, ed anzi «è stata ribadita l'assoluta assenza di problemi o patologie, e l'anticipazione temporale è stata spiegata sulla base della presunta condizione generale che consentiva il parto, essendo inutile l'ulteriore attesa».

Dal Cescrin si spiega che all'esito del parto non è stato consentito al padre di vedere neppure per un istante il bimbo appena nato, sebbene non ci sia stata rappresentata l'esistenza di alcun problema, e il bambino è stato quindi portato immediatamente alla sala nido, nella quale il padre non è potuto entrare essendo precluso l'accesso. Dopo circa un'ora il padre del bambino, ancora in attesa all'esterno della sala nido, ha parlato con una infermiera del reparto, la quale gli ha riferito che non era ancora possibile vedere il bambino in quanto lo stesso presentava dei disturbi di natura respiratoria che avrebbero richiesto l'intervento di un medico.

Il padre di Patrizio, Simone D.R. di 26 anni, ha quindi atteso l'arrivo del medico che riteneva imminente. Però solo dopo 40 minuti sarebbe arrivata una pediatra che, dopo essere intervenuta sul bambino, ha confidato al genitore che il piccolo era in condizioni gravissime, e che non era stato possibile salvarlo dalla morte, intervenuta dopo tre ore dal parto, ossia alle ore 23,00, come risulta dall'avviso di morte redatto in data 01.09.2009, dalla direzione sanitaria. «In questo certificato viene indicata, quale causa iniziale della morte, la prematurità; quale causa intermedia, il distress respiratorio; quale causa terminale, lo pneumotorace bilaterale; quale ulteriore stato morboso rilevante che ha contribuito al decesso, il ritardo di crescita intrauterina».

Al riguardo il padre ha precisato al proprio avvocato ed al professor Lavorino, che nulla era mai stato riferito a loro genitori in merito al citato ritardo di crescita intrauterina. Il signor D.R. ha tentato di avere spiegazioni del decesso dal personale medico dell'ospedale, ma al di là di un semplice riferimento alla crisi respiratoria non gli è stata neppure accennata alcuna ipotesi circa i fattori eziologici che hanno prodotto la morte. Ed anche nei giorni successivi i genitori del bambino non hanno ricevuto alcuna spiegazione circa l'accaduto, ed anzi il medico che si era occupato in precedenza della gravidanza della donna, avrebbe esternato il suo stupore dovuto alle pregresse buone condizioni del feto.

Alla luce dei fatti esposti - si spiega - i genitori del bambino hanno presentato esposto alla Procura della Repubblica. Il fascicolo è stato così «formato» nell'ufficio primi atti di piazzale Clodio. Adesso il pm incaricato dovrà decidere il da farsi, per accertare le cause del decesso. I genitori vogliono sapere quali sono i motivi che hanno indotto i medici a disporre l'esecuzione del parto cesareo prima del termine ordinario di gravidanza. Nella denuncia si chiede il sequestro di tutta la documentazione clinica relativa alla madre e al bambino, in quanto necessario al fine dell'accertamento dei fatti.