5 maggio 2024
Aggiornato 17:30
Polemiche sulle nomine RAI

Orfeo al Tg2, ma Liofredi alla seconda rete «spacca» il Cda Rai

Lite Lega-Pdl, Garimberti vota sì e ottiene rinvio per Raitre

ROMA - Alla fine i nodi sono stati sciolti. Mario Orfeo, 42enne direttore del Mattino, guiderà il Tg2. Massimo Liofredi, capostruttura di Raiuno, passa alla seconda rete, in qualità di direttore. Una soluzione, quest'ultima, che se per qualcuno rappresenta il male minore, «gli altri candidati erano più inadeguati» spiegherà Paolo Garimberti motivando il suo sì, per altri è irricevibile: la nomina passerà a maggioranza (6 a 3) con un voto trasversale che spacca il Cda.

Il neo direttore di Raidue, fortemente voluto da Masi, incassa un consenso unanime, grazie alla sua «professionalità» riconosciuta dai consiglieri ma anche dal mondo politico: «Può fare bene», commenta il responsabile Comunicazione del Pd, congratulazioni arrivano dal ministro Matteoli. Meno felice l'esordio di Liofredi: sul suo nome piomba il fuoco di sbarramento della Lega e dei consiglieri di centrosinistra Nino Rizzo Nervo e Van Straten, che giudicano la sua promozione «inadeguata» e «mortificante» e puntano il dito contro Garimberti, reo di averla avallata: «Ha fatto molto male», taglia corto Van Straten. «In questi due tormentati mesi di discussione, erano state proposte candidature professionalmente assai più inadeguate», ha ragionato il presidente con alcuni consiglieri. Senza contare che la priorità per il numero uno del Cda era quello di riempire le «posizione vacanti», come promesso non solo al presidente della Vigilanza Zavoli, ma anche al capo dello Stato nell'incontro di due giorni fa al Quirinale.

Un atto dovuto, dunque, frutto di una mediazione con il dg che permette a Garimberti di portare a casa un altro risultato: quello di bloccare la 'lista Grazioli', di cui Susanna Petruni faceva parte, sgomberando il campo dall'ipotesi che si facciano nomine nella residenza privata del premier. Il sì a Liofredi, inoltre, permette al presidente di centrare un altro obiettivo: il rinvio 'sine-die' delle nomine per la terza rete, su cui si sta giocando una battaglia interna al Pd ma non solo (Rizzo Nervo e Van Straten gradirebbero una conferma di Ruffini, mentre parte dei democratici e lo stesso Masi sarebbero favorevoli a un ricambio) nonchè una spaccatura interna alla maggioranza.

Giovanna Bianchi Clerici, infatti, nega il suo voto alla proposta del dg per Raidue, lasciando subito dopo i lavori del Consiglio. «Nessun intento polemico», assicura. Eppure c'è chi parla di un Carroccio furioso per quella che è stata considerata una forzatura di Masi. «In azienda c'erano altre figure professionali più adeguate al ruolo, che avrebbero potuto dare maggiori garanzie per il futuro delle produzioni milanesi di Raidue», tuona Bianchi Clerici, che giudica «inadeguato» Liofredi. Il Carroccio, Antonio Marano in testa, avrebbe preferito Pasquale D'Alessandro, attuale vice direttore di rete, ben visto anche nel centrosinistra. «Un modo per garantire una continuità di gestione con Marano, più che di mission territoriale», commenta sarcastico un esponente Pdl, che non nega la 'frattura' facendo però notare che nel valzer delle poltrone Forza Italia non poteva restare senza una rete.

Il Cda tornerà a riunirsi la prossima settimana per l'ultimo incontro prima della pausa estiva. Sul tavolo il dossier radio: oggi il dg Masi ha presentato il piano di rilancio della radiofonia, che prevede inizialmente uno 'spacchettamento' contenuto rispetto a quanto ipotizzato in un primo momento: Gr1 e Gr2 rimarranno, per ora, un'unica testata guidata probabilmente da Antonio Preziosi. Flavio Mucciante, area Udc, sarà co-direttore con delega sull'informazione del Gr2 (e direttore di Radio2), che dovrà essere diretta a un pubblico più giovane. Gr3 e Gr Parlamento resteranno due testate autonome, entrambe guidate da Riccardo Berti, mentre Marino Sinibaldi (quota Pd) dovrebbe incassare la direzione di Radio3. Il tutto nell'ottica di un rilancio della radio, passando per una diversificazione dell'offerta e per una maggiore sinergia tra radio e tv.