Marcorè: «Pd non mi scalda il cuore, vorrei Obama e trovo Grillo»
«No agli insulti. Nessuno dei tre candidati può guidare partito»
ROMA - Nessuno dei tre candidati ufficiali alla segreteria può «scaldare il cuore». Dalle pagine del Giornale, l'attore Neri Marcorè non nasconde la delusione per lo stato di salute del Pd e sogna un candidato «alla Obama»: «e qui devo riconoscere che nessuno dei tre, tanto meno Grillo, ha le qualità per rivestire un ruolo del genere, così deciso, esaltante».
Marcorè ammette «che non è un momento esaltante per il Pd e per la classe politica. Sono in attesa di qualcosa di meglio. Dopo gli attacchi incrociati a Veltroni mi sono allontanato. Diciamo che sto alla finestra». Il problema è il partito: «L'involucro conta, ma conta di più come lo riempi. Vorrei un Pd con un'identità decisa, piena. Intendiamoci, le differenze costituiscono una ricchezza, però s'è finito con l'esagerare».
Quanto a Grillo, il comico ammette di condividere alcuni dei suoi temi politici, «molto meno le sue provocazioni. Mi dissocio dalla sua comunicazione. Non mi piace, ad esempio, la sua predisposizione a mettere tutti sullo stesso piano: Veltroni e Berlusconi, centrosinistra e centrodestra. Mi sembra banale, una provocazione inutile, tanto più se ti candidi a dirigere il Pd dopo avergli sparato contro a palle incatenate». Insomma, dice Marcorè, «gli insulti non mi piacciono». E «bisognerebbe passare dalla denuncia a una politica costruttiva, positiva».
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