29 marzo 2024
Aggiornato 07:30
G8 DELL'AQUILA

Berlusconi sfida stampa e incassa primo round: «Avete fallito»

In apnea ancora per 24 ore ma intanto passa indenne da critiche

L'AQUILA - Sorriso di soddisfazione, accompagnato dagli applausi dei suoi simpatizzanti, Silvio Berlusconi scende rapido dal palco del salone conferenze stampa di Coppito. Quasi ride, il Cavaliere, e a chi gli sta intorno sussurra: «E' andata bene, vi è piaciuta l'ultima risposta?«. Come a dire che il primo round (con domande) è vinto, la scelta di affrontare la stampa mondiale non ha prodotto i danni temuti, gli annunciati affondi dei cronisti stranieri non si sono visti e il presidente del G8 dell'Aquila ha incassato il ringraziamento di Barack Obama per la «eccezionale ospitalità» nel vertice.

Lo scoglio più difficile Berlusconi lo incontra a fine conferenza stampa. Il giornalista di Repubblica si presenta, imposta la domanda, il Cavaliere lo stoppa subito: «Non penso sia questo oggetto del vertice». Lui insiste, senza scomporsi: «Presidente, pensa ancora, vista l'accoglienza che le hanno tributato al G8, che il mio giornale abbia rovinato la reputazione del Paese?». «Semplicemente non avete raggiunto il risultato che vi eravate prefissati», replica secco Berlusconi.

«CI SONO DUE TIPI DI REALTA'» - Ma se la stampa italiana in due occasioni chiede conto delle polemiche pre-vertice, chi latita è quella straniera. Ieri di fatto Berlusconi non aveva concesso domande, oggi il presidente del Consiglio ne ascolta sette: sei da cronisti italiani, una da una giornalista straniera. E' vero, il meccanismo che permette al cronista di intervenire non è dei più agevoli (una sorta di prenotazione informale, ma nessun elenco), ma è altrettanto vero che di certo la stampa straniera non affolla il podio riservato ai corrispondenti. Berlusconi non si dispera e anzi al giornalista italiano che gli ricorda le polemiche delle scorse settimane replica tirando così le somme: «Ci sono due tipi di realtà: quella vera, della gente comune, e quella dei giornali che è pura fantasia».

Siccome l'arena odierna si dimostra meno insidiosa di quanto immaginato, ipotizzato o temuto, Berlusconi ha buon gioco a elencare quelli che definisce i «successi» del summit, i cui lavori «si stanno svolgendo in un clima di cordialità e amicizia». Ostenta soddisfazione, Berlusconi, tanto da sospirare per l'assenza di «telecamere presenti» nelle sale riunioni, capaci di fotografare lo «spirito di collaborazione» fra i leader. Una collaborazione, secondo il Cavaliere, resa evidente dalle conclusioni.

CRISI ECONOMICA - La crisi, ad esempio, va affrontata, secondo il premier, facendo uscire dal vertice un «messaggio di speranza e fiducia». Certo, le difficoltà dell'economia mondiale hanno comportato un «ritardo» nei versamenti di 130 milioni di dollari dall'Italia al Global Found per l'Africa, ma l'impegno sarà onorando «entro il prossimo mese». E sul fronte internazionale, ad ascoltare il premier, non c'è di che lamentarsi, visto che le sanzioni all'Iran non sono arrivate, ma gli Otto hanno rivolto a Teheran «un invito forte a evitare comportamenti non in linea con un Paese che vuole dirsi democratico». E sempre in tema di armi atomiche, il Cavaliere giudica positivo l'annuncio statunitense di programmare per il 2010 una conferenza che coinvolga i Paesi detentori dell'arma nucleare.

Finanche sul clima, secondo Berlusconi, passi avanti sono stati fatti: India e Cina mostrano un atteggiamento «positivo» che consente di guardare «alla conferenza di Copenaghen sui cambiamenti climatici con molto maggiore ottimismo rispetto a prima», anche grazie all'inversione di rotta degli Stati Uniti.

A Palazzo Chigi si attende prima di cantare vittoria. Oggi c'è l'ultimo possibile ostacolo, la conferenza conclusiva. Ma non si nasconde la soddisfazione per l'esito del primo round.