Opposizioni in ordine sparso su iniziative Parlamento
Da Pd e Udc no a mozione sfiducia di Di Pietro contro Premier
ROMA - Non c'è unità di intenti tra le opposizioni sulle iniziative parlamentari da prendere contro il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, e domani si presenteranno in ordine sparso con proposte differenti sul caso Mills, sull'attacco al Parlamento e sulla vicenda dei rapporti con Noemi Letizia.
L'appello all'unità lanciato due giorni fa dal segretario del Pd, Dario Franceschini, è rimasto infatti lettera morta a causa delle distinzioni emerse con Idv e Udc. Antonio Di Pietro oggi ne ha accolto in parte lo spirito, inviando una lettera ai vertici Democratici per dire di sì al coordinamento delle opposizioni, ma chiedendo 'in cambio' il sostegno alla mozione di sfiducia nei confronti del premier che presenterà domani in conferenza stampa. Una proposta che non convince il partito guidato da Franceschini che la giudica un'iniziativa inutile e controproducente: «La mozione di sfiducia - ha spiegato Antonello Soro - offre al governo l'opportunità di risolvere una situazione difficile nel suo terreno preferito», data la forza numerica della maggioranza in Parlamento.
Il Pd riunirà domani le assemblee dei gruppi parlamentari di Camera e Senato alle 12,30 per definire la strategia da adottare ma l'idea è quella di preparare un documento da portare in Aula in cui si chiede a Berlusconi di rinunciare al lodo Alfano e di farsi quindi processare per il caso Mills e anche una difesa delle prerogative del Parlamento, attaccato nel recente discorso del Cavaliere all'assemblea di Confindustria, quello in cui Berlusconi definì le Camere «pletoriche e inutili» e annunciò l'intenzione di presentare un ddl di iniziativa popolare per ridurre il numero dei parlamentari.
Su questo punto proprio Di Pietro ha annunciato oggi che presenterà un'analoga proposta di legge, ma dal Pd, in modo piccato, si ricorda che ce ne sono già alcune, depositate in commissione dall'inizio della legislatura, che portano la firma di parlamentari democratici. Pier Ferdinando Casini dal canto suo ha raccolto tra i primi la 'sfida' lanciata dal premier assicurando il voto favorevole alla proposta di ridurre a 100 i parlamentari.
Sul fronte centrista poi si registra il no di Casini al Pd motivato dalle divergenze sul referendum sulla legge elettorale: «Franceschini sosterrà il referendum consentendo a Berlusconi di avere ancora più potere di quello che ha oggi. E poi grida al pericolo verso la democrazia violata - ha spiegato Casini -. Finché non cambia idea e non lo annuncia pubblicamente, non siamo disponibili ad alcuna adunata». Quanto alla proposta di Idv il leader centrista ha ribadito oggi la sua opinione sull'ex pm: «Di Pietro cerca solo di imbrogliare gli elettori ma in realtà la sera fa il contrario di quello che dice al mattino. Per questo tra noi non è possibile alcuna intesa».