28 marzo 2024
Aggiornato 11:00

Nel ddl sicurezza tornano le ronde e permanenza 6 mesi nei Cie

La tassa di soggiorno diventa «contributo» ma resta di 200 euro

ROMA - Come promesso dal ministro dell'Interno, Roberto Maroni, tornano nel disegno di legge sicurezza le norme sulle ronde e sul prolungamento fino a sei mesi della permanenza degli immigrati nei Centri di identificazione ed espulsione (Cie). Il governo ha presentato in commissioni riunite Affari Costituzionali e Giustizia di Montecitorio due emendamenti che reintroducono la norma sulle associazioni dei volontari per la sicurezza, stralciata dal decreto dopo le proteste dell'opposizione, e la norma sui Cie bocciata già due volte dal Parlamento: una volta al Senato nel corso della prima lettura del ddl sicurezza e una volta alla Camera, con voto segreto, nel corso dell'esame del decreto sicurezza.

Soddisfatta la Lega che ha presentato in Commissione due identici emendamenti. Dal governo arriva anche un emendamento che mette mano alla cosiddetta 'tassa di soggiorno' di 200 euro che gli immigrati dovranno pagare per ottenere il permesso di soggiorno: l'importo rimane lo stesso ma si chiamerà «contributo» e non più tassa. Inoltre, secondo l'emendamento del governo, il gettito derivante dal contributo di soggiorno sarà interamente destinato al dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del ministero dell'Interno (che invece secondo il testo uscito dal Senato riceveva solo la metà del gettito raccolto).

Il governo inoltre ha presentato un emendamento che tende a contrastare la prassi utilizzata dagli stranieri per evitare l'espulsione, ovvero quella di provare la convivenza con il coniuge o con un parente entro il quarto grado: secondo la proposta di modifica presentata dall'esecutivo il parente dovrà essere entro il secondo grado (quindi genitori, figli, fratelli, sorelle, nipoti e nonni).

Quanto agli emendamenti sulle ronde e sui Cie, il testo è identico a quello che era presente nel decreto sicurezza. Per quanto riguarda le associazioni volontarie l'esecutivo stabilisce che «i sindaci, previa intesa con il prefetto, possano avvalersi della collaborazione di associazioni tra cittadini non armati per segnalare alle forze di polizia o locali eventi che possano arrecare danno alla sicurezza urbana o situazioni di disagio sociale». Tali associazioni sono iscritte «in un apposito elenco tenuto a cura del prefetto» che sente anche il parere del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica. Tra le associazioni di cittadini i sindaci si avvalgono «in via prioritaria» di quelle costituite da ex appartenenti alle Forse dell'ordine, alle Forze Armate e agli altri corpi dello Stato.

La permanenza nei Cie, secondo l'emendamento presentato dal governo, può arrivare fino a 6 mesi, «in caso di mancata cooperazione al rimpatrio del cittadino del paese terzo interessato o di ritardi nell'ottenimento della necessaria documentazione dei paesi terzi».